Nella nostra serie dedicata alle lingue minoritarie usciamo stavolta dal territorio italiano per parlare di una lingua che comunque ha molto a che fare con l’italiano: parliamo infatti del còrso, un idioma che i suoi circa 250.000 parlanti (distribuiti tra la Corsica e il continente) tengono a mantenere ben vivo…

Arrivando in Corsica molti turisti italiani ignoranti sono portati a scambiare la lingua degli isolani per un tentativo un po' goffo di parlare italiano da parte di madrelingui francesi. Grosso errore e grande offesa per i còrsi che, giustamente, sono fieri della loro lingua di cui riconoscono sì l'illustre discendenza toscana (a partire dall'anno 1000 i vicini colonizzatori pisani hanno mutato profondamente i volgari romanzi preesistenti) ma tengono anche alla sua specificità, sottolineata anche da una grafia che in alcuni punti si discosta da quella italiana. Ciò nonostante il còrso è considerato da molti linguisti più un dialetto italiano (toscano in particolare) che una lingua vera e propria, tanto che risulta facilmente comprensibile ad un parlante italiano che non l'ha mai studiata.
La storia e l'evoluzione di questo idioma ha degli aspetti molto interessanti: su una base di pisano medievale si è inserito l'influsso ligure (i genovesi sono stati i successivi dominatori dopo i pisani) e quello sardo, soprattutto nella parte meridionale dell'isola, dovuto alla vicinanza geografica. Il più recente influsso francese (dal 1768 la Corsica è passata alla Francia) è evidente soprattutto nella pronuncia nasale delle vocali e nella "r". Ormai più della metà della popolazione còrsa è di madrelingua francese.
Come è facile immaginare, anche il còrso ha diverse varianti, pur essendo abbastanza omogeneo; esso si suddivide in una parlata settentrionale ("u corsu supranu", più vicino all'italiano) ed una meridionale ("u corsu suttanu", più arcaico e più vicino al sardo, in particolare al gallurese). Esistono poi varie parlate di transizione.
Il còrso vanta anche una letteratura illustre, che si è sviluppata a partire dall'800 (quando cioè si è cominciata a mettere per iscritto una lingua tramandata fino ad allora oralmente) e come lingua è stata elogiata anche dal celebre linguista e scrittore Niccolò Tommaseo. È attualmente insegnato nelle scuole di primo e secondo grado, anche se come materia facoltativa e nella pratica non molto incoraggiata (anche per la mancanza di insegnanti disponibili e competenti). Nell'università esiste un vero e proprio piano di studi, gli "Studii corsi" esclusivamente in còrso. Per un approfondimento sull'insegnamento del còrso si veda anche: http://www.interromania.com/studii/sunta/comiti/organizzazione.htm
L'insegnamento del còrso è attualmente regolato da una legge statale del 1991 che istituisce la Corsica come collettività territoriale con uno statuto particolare.
Esistono corsi anche per adulti e naturalmente manuali scolastici per imparare questo interessante ed espressivo idioma. Io stesso ho potuto apprenderne i rudimenti grazie ad un corso completo di cd, molto ben fatto, suggeritomi dall'amico linguista Francesco Felici: "U corsu bellu bellu. Amparera di u corsu" di Marcellu Acquaviva, Santu Massiani e Pasquale Ottavi, edito nel 1996 da Crdp De Corse ed usato nelle scuole.
Ci sono dizionari e corsi anche sul web; ecco alcuni indirizzi interessanti:
http://pagesperso-orange.fr/gbatti-alinguacorsa/
http://pagesperso-orange.fr/gbatti-alinguacorsa/lexiques/lex-ci.htm