Milano, aprile 2014

Gentile Candidato/a,

 

l'elezione del nuovo Parlamento europeo  induce la pubblica opinione a riflettere sulle necessarie soluzioni dei gravi problemi economici, sociali e politici che attanagliano l'Unione Europea. 

 La Federazione Esperantista Italiana è impegnata sul fronte della cultura, che tutti gli altri sottende, ed è inseparabile dal problema della lingua di comunicazione, delle cui implicazioni solo le coscienze più avvertite sembrano avere una chiara  consapevolezza.

 Democrazia significa uguali diritti e pari opportunità. Come è possibile garantire questa condizione in un'Europa che, mentre sul piano giuridico riconosce pari dignità a tutte le lingue dei popoli europei, sul piano pratico sta scivolando sempre più verso l'uso esclusivo di una sola lingua di comunicazione internazionale, la lingua inglese?

E questi sono gli effetti:

- un evidente vantaggio economico per i Paesi anglofoni (calcolato in 18 miliardi di euro annui per il solo Regno Unito), pagato ovviamente da tutti gli altri popoli;

- un indiscutibile vantaggio per i giovani madrelingua inglese nei concorsi pubblici e negli accessi alle carriere a scapito dei nostri figli;

- una grave difficoltà di accesso all'informazione per tutti i non anglofoni (Eurostat ha rilevato che nel 2011 le comunicazioni della Commissione e del Parlamento Europeo, proposte nella sola lingua inglese, escludono dalla comunicazione il 50% dei residenti europei a livello elementare e l'81% a livello elevato).

La riconosciuta superiorità linguistica di un popolo si traduce inevitabilmente in un implicito riconoscimento di una superiorità culturale e civile. Assurdo pensare alla neutralità di una lingua nazionale che si imponga sulle altre fino a determinare una sorta di colonialismo culturale!

Lo vediamo oggi negli effetti dell'imperialismo linguistico, non tanto dell'Inghilterra quanto degli Stati Uniti d'America. Un imperialismo culturale che ogni giorno possiamo toccare con mano nella musica, nel cinema, nella televisione, nella letteratura, nel costume, nei valori, nel modo di pensare. La globalizzazione nel  segno della lingua inglese è il supporto di una globalizzazione del pensiero che, ogni giorno di più,  ci fa diventare tutti americani, altro che europei!

Un effetto è la progressiva scomparsa delle lingue (e che fine farà il nostro glorioso italiano?) e con esse l'identità dei popoli e le  loro culture.

Noi esperantisti ritenIamo che soltanto una lingua realmente neutrale (in quanto non appartenente ad alcun popolo) potrebbe garantire una comunicazione internazionale senza il rischio di cancellare le altre culture. Perchè non l'esperanto? Non bastano 127 anni di esperienza e di incontestabili prove della sua perfetta idoneità in tutti i campi dello scibile? E la sua comprovata facilità di apprendimento, anche per le persone prive di un alto livello di scolarizzazione, non costituisce un prezioso fattore di sviluppo democratico?

Gentile Candidato/a,

ci siamo permessi di sottoporre alla Sua riflessione alcuni fatti che sono sotto gli occhi di tutti. Ora vorremmo proporLe alcune demande. Se vorrà rispondere, cercheremo di far conoscere la Sua posizione agli esperantisti italiani.

1. Ritiene che la comunicazione  linguistica a livello internazionale costituisca un problema reale o sia già stata risolta dal predominio della lingua inglese?

 

2. Ritiene che in Italia esista un'emergenza nell'apprendimento delle lingue straniere che non può risolversi nella promozione dello studio di una sola lingua?

 

3. Ritiene che la politica europea debba seriamente impegnarsi nella difesa e nella conservazione della molteplicità culturale e linguistica dell'Europa?

 

4. Sarebbe disponibile a favorire nel Parlamento Europeo, in caso di Sua elezione, un serio approfondimento delle problematiche contenute nei punti 1. 2. e 3. del presente documento?

 

5. Sarebbe infine disponibile ad appoggiare una seria sperimentazione, sostenuta ufficialmente da istituzioni formative in collaborazione con la Comunità Europea, di una più ampia diffusione dello studio dell'esperanto come lingua ausiliaria nella comunicazione internazionale e propedeutica allo studio delle altre lingue straniere?

 

Le saremo grati se vorrà rispondere anche soltanto ad alcuni degli interrogativi che Le abbiamo proposto e per qualsiasi altra Sua considerazione.

Con i migliori auguri per un buon esito della competizione elettorale che la vede impegnata, La ringraziamo per la Sua attenzione.

 

Molto distintamente

 

Prof. Aldo Grassini

Presidente della Federazione Esperantista Italiana

 

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