Nell'ambito del Congresso Universale di Bialistok, Disvastigo ha intervistato l'esperantista e premio Nobel 1994 per l'economia Reinhard Selten. Lo studioso tedesco ripropone l'idea di una convenzione per l’insegnamento scolastico dell’Esperanto, considerato come strumento per l'abbattimento del maggior ostacolo per una comune identità europea, ovvero la barriera linguistica.

MR: Secondo Lei, quale è il più grande successo a cui può aspirare l'esperanto nel prossimo cinquantennio?

RS: Il più grande successo che noi possiamo raggiungere è la cosìdetta "vittoria finale", ma verosimilmente questa non può essere attesa nei prossimi 50 anni, sebbene io non sia un profeta e non voglia discutere questo.

Qualcosa di più facile realizzazione è la stipulazione di accordi, tra almeno tre stati di diversa lingua, riguardo l'introduzione dell'Esperanto come lingua obbligatoria nelle scuole. Penso che si possa avere un contratto di questo tipo, ad esempio in Europa, e possa accrescersi attraverso l'adesione di nuovi Stati e a poco a poco l'Esperanto potrebbe diventare un comune mezzo di intercomprensione.

L'idea di un accordo non è né mia né nuova ma ha una grande tradizione: possiamo costatare che in Europa molti progetti si sono ingranditi a partire da realtà molto piccole e l'Europa stessa adesso non è altro che una rete di accordi, come ad esempio quello del libero scambio di persone e di merci

MR: Questa idea ha forse origine anche nei suoi studi?

RS: Sì, in una certa misura, e dal mio legame con il movimento europeista. Ne ho parlato anche con parlamentari nazionali ed europei.

MR: Cosa possiamo fare noi esperantisti, in primo luogo come movimento, per sostenere la realizzazione di un progetto di questo tipo?

RS: E' necessario presentare questa istanza anche presso i parlamentari, perchè se qualche importante politico facesse propri questi principi, ci sarebbero maggiori possibilità di una realizzazione degli stessi.

MR: Ha altre proposte da presentare al nostro movimento?

Bisogna propagandare l'idea che l'Esperanto facilita l'apprendimento delle altre lingue, facendo risparmiare tempo a coloro che vogliano impararne di nuove (NdT. oltre alla propria lingua materna). Infatti non è affatto irrazionale imparare l'Esperanto come prima lingua straniera, come sottolineato da importanti scienziati del settore come (István Szerdahelyi kaj Helmar Frank) poiché potrebbe diventare la base della diffusione di questa lingua internazionale.