Questo popolo, per il quale, l’intera Terra è semplicemente “una casa di ghiaccio molto grande”, come narrato in un mito della creazione degli Inuit di Groenlandia...

Questo popolo, per il quale, l'intera Terra è semplicemente "una casa di ghiaccio molto grande", come narrato in un mito della creazione degli Inuit di Groenlandia; dunque, chiuso nella propria società e abituato ad un rapporto con la natura che, a volte, si rivela positivo, come nel periodo in cui la luce elettrica era sconosciuta e gli spostamenti della popolazione avvenivano con l'ausilio del cielo notturno, e, a volte negativo, quando le basse temperature o le bufere di vento impongono disagi da affrontare; questo popolo che, per i suddetti motivi, ha elaborato uno stile di vita concentrato sulla lotta per la sopravvivenza anziché sulla ricerca di una spiegazione dell'origine dell'esistenza, affascinante per la sua capacità, comunque sia, di vivere il momento presente e per il suo elevato grado di benessere conseguente, è il popolo degli Eschimesi.
La popolazione degli  Eschimesi è divisa in due gruppi principali: gli Inuit e gli Yupik.
Gli Inuit sono stanziati, principalmente, in Groenlandia, dove attualmente sono presenti in un numero di 50.000 individui; in Canada, dove si contano 30.000 individui e nel nord dell'Alaska, dove sono presenti 3.000 Inuit e i parlanti la lingua diminuiscono progressivamente; inoltre 7.000 Inuit groenlandesi vivono nella Danimarca europea.
La lingua inuit è, comunque, diffusa in tutta l'Artide Nordamericana e nel Labrador; in passato era parlata anche nelle Isole Diomede, poste nello stretto di Bering, nella Russia orientale, ma oggi è estinta in quelle zone.
E' un idioma che fa parte delle lingue eschimo-aleutine, una famiglia che comprende l'inuit, lo yupik, parlato nell'Alaska sudoccidentale ed in Siberia e le lingue aleutine, palate nelle Isole Aleutine, un arcipelago dell'Alaska; esso è più simile allo yupik che alle lingue aleutine.
I progenitori degli Inuit canadesi sono identificati nei Thule, il cui nome deriva da una zona della Groenlandia nord-occidentale, nella quale furono trovati i primi resti di questa popolazione, la quale  arrivò in Alaska intorno all'anno 500 d.c., in Canada verso il 1000 d.c. e in Groenlandia intorno al XIII secolo; si suppone che nello spostamento verso est, dall'Alaska al Canada, la lingua inuit si differenziò da quella degli Yupik dell'Alaska occidentale e del Chukotka in Russia; durante i secoli, infatti, in cui si svolse questa migrazione, i Thule vennero a contatto con i Dorset, una popolazione che, precedentemente aveva occupato l'America artica, nel secondo millennio.
Il nome di questa popolazione fu assegnato dall'antropologo Jenness, al quale pervennero i primi ritrovamenti di tale cultura, provenienti dalla zona chiamata Capo Dorset; proprio in quel periodo la popolazione Dorset stava scomparendo perché non era munita dei mezzi sufficienti per affrontare i cambiamenti climatici che si presentarono nell'anno mille.

Tuttavia, fino al 1902, nell'isola di Southampton, nella zona Nunavut del Canada settentrionale, sopravvisse un gruppo di Esquimesi, scoperti nel 1824 dagli Europei; essi vennero chiamati Sadlermiut da Salliq, che in eschimese significa piatto; tramite studi si scoprì che la loro lingua era molto simile a quella dei Dorset e che molto probabilmente, rappresentavano l'ultimo gruppo di tale popolazione.
Gli "ultimi Dorset", tuttavia vennero decimati da malattie importate dagli europei, e gli ultimi individui rimasti, in numero di circa 70 persone, scomparvero per una febbre tifoide trasmessa da un marinaio infermo.
A partire dal XIII secolo vi fu una seconda espansione dei Thule verso sud, essi vennero a contatto con i vichinghi norvegesi, che approdarono in Canada verso l'anno mille; dal XVIII secolo si fecero frequenti i contatti con gli europei, per questo motivo la popolazione dei Thule subì un frazionamento e da allora la si conobbe come Esquimesi e poi come Inuit.
Per tornare al tempo attuale gli Inuit sono stanziati, principalmente, in Groenlandia, dove attualmente sono presenti in un numero di 50.000 individui, in Canada dove si contano 30.000 individui e nel nord dell'Alaska, dove sono presenti 3.000 Inuit e i parlanti la lingua diminuiscono progressivamente; inoltre 7.000 Inuit groenlandesi vivono nella Danimarca europea; e circa 200 madrelingua vivono in zone del Canada che solitamente non sono occupate dagli Inuit.
La lingua inuit è un sistema di dialetti, connessi tra di loro, che presentano molte somiglianze l'uno con l'altro e di conseguenza è difficile trovare i criteri, per fare una classificazione delle diverse lingue; inoltre, a seconda della zona in cui vivono, gli Inuit usano parole diverse per definire la propria variante di lingua e quella di tutto il gruppo ed è quindi difficile anche avere una conoscenza precisa delle definizioni delle varianti.
La classificazione tradizionale, comunque è questa:

In Alaska, si parlano essenzialmente due dialetti:

- Il qawiaraq, parlato nella zona meridionale della penisola di Serward, e nell'area di Norton Sound; in passato era parlato anche nell'isola di grande Diomede, ma scomparve in Russia perché assimilato allo yupik e al chukchi; come fonologia sembra sia molto diverso dalle altre varianti di lingua Inuit.

- L'inupiatun, parlato nella zona di North Slope e Kotzebue Sound.

Le varianti dei dialetti inuit parlati in Alaska e in Canada tendono a prendere in prestito termini inglesi, francesi e russi.

In Canada, con la parola inuktitut, ci si riferisce a tutti i dialetti inuit parlati nello stato; essa è la lingua ufficiale del Nunavut nel Canada settentrionale, molto parlata nel Nunavik del Quebec, e in alcune parti del Labrador.
Per identificare i dialetti di alcune zone particolari gli Inuit canadesi usano anche le definizioni: "inuvialuktun" e "inuinnaqtun".

In Groenlandia si possono distinguere essenzialmente tre tipi di dialetto:

- Il kalaallisut,  nome standard del dialetto, parlato nel 90% delle famiglie groenlandesi, è da considerarsi  la lingua ufficiale della Groenlandia, viene insegnato in tutte le scuole, a prescindere dal tipo di dialetto parlato dagli alunni; esso designa la Groenlandia occidentale; prende molti termini dal danese; differisce nella fonologia da questo dialetto standard quello dell'area di Upernavik, nel nordovest della Groenlandia.

-  Il tunumiit oraasiat è il dialetto della Groenlandia orientale, presenta molte differenze rispetto ad altre varianti della lingua inuit.

- L'avanersuaq, o "Dialetto Thule" o "Nord-groenlandese", è il dialetto della zona di Qaanaaq, della Groenlandia settentrionale; è la zona più a nord del mondo Inuit e conta un numero limitato di parlanti, circa 1000.
L'avanersuaq è simile al dialetto Baffin settentrionale, poiché durante il XIX e l'inizio del XX secolo, un gruppo di inuit provenienti dall'isola di Baffin, nel Nunavut in Canada settentrionale, emigrò nella zona.


La lingua inuit fa parte del gruppo delle lingue agglutinanti, cioè in essa la parola è composta da una radice, alla quale si aggiungono prefissi e suffissi per indicare i concetti; il risultato è che, con una successione di morfemi, viene indicato un concetto che, in una lingua come l'italiano, richiederebbe una lunga frase per essere espresso; sembra che in alcuni dialetti inuit, esistano 700 di questi suffissi.
L'italiano è costruito in maniera molto diversa, infatti secondo una leggenda metropolitana italiana, nella lingua nuit ci sarebbero nove modi per dire "neve"; in realtà nell'idioma inuit, esistono soltanto due radici per esprimere la parola neve, ma i diversi suffissi, attribuiscono al sostantivo vari significati quali : "neve che cade", "cumulo di neve", ecc.; dunque la leggenda è nata da un modo errato di intendere la lingua inuit.
E' interessante il criterio di attribuzione dei nomi usato dal popolo Inuit; esistono dei nomi ufficiali, ma in famiglia si segue una tradizione, secondo la quale, attribuendo ad una persona il nome di un defunto, oppure di un oggetto, quella persona ne acquisirebbe le caratteristiche.
Per questo motivo nomi locali diffusi in Canada sono: "ujaraq" (roccia); "tupeq" (tenda) in kalaallisut, groenlandese.
Gli Inuit usano anche nomi di animali come "nunuq" (orso polare), o "uqalik" (lepre artica); o, come spesso avviene, nomi che descrivono tratti anatomici quali : "ltigaituk" (non ha piedi), per riferirsi a personaggi leggendari, identificati tramite quelle caratteristiche.
Nella fonologia inuit le vocali di base sono tre, tranne che per alcuni dialetti della Groenlandia e dell'Alaska occidentale; nella variante inuit del Canada orientale si distinguono 15 consonanti e tre vocali e le consonanti sono articolate in cinque modi diversi.
Una particolarità dei dialetti inuit dell'Alaska è che hanno conservato un tipo di articolazione chiamato retroflesso, che implica l'inarcamento all'indietro della lingua, fino a toccare il palato; esso è un residuo della passata lingua proto-inuit.
In Groenlandia e in Canada l'articolazione retroflessa non è più in uso.
La lingua inuit è diffusa in un vasto territorio, che comprende nazioni diverse, per cui i sistemi di scrittura, come abbiamo visto per i dialetti parlati, variano di zona in zona.
In Canada, nella zona settentrionale del Nunavut, e in quella orientale del Nunavik, in Quebec, l'inuktitut si basa sull'alfabeto sillabico canadese aborigeno, che a sua volta deriva dal sillabario cree, usato da diversi popoli indigeni dell'America del Nord; mentre in altre zone del Canada, si usano sistemi basati sull'alfabeto latino, adattato alla lingua, come l'inuinnaqtun, scritto nella parte occidentale del Nunavut e nelle Terre del Nord-Ovest.
Un altro tipo di scrittura, basato sull'alfabeto latino e usato in Canada, è l'inuvialuit;
molto particolare, poi, è il sistema latino usato nel Nunatsiavut, in Canada, introdotto da missionari moravi germanofoni, nel quale si usa la lettera "k" (kra); un sistema molto simile di scrittura veniva usato anche in Groenlandia, ma recentemente è stato modificato; una delle variazioni è stata la sostituzione della lettera "k" (kra) con la "q".