La lingua amazigh (nota anche come berbero), parlata non solo nell'Africa mediterranea ma anche nel Sahara e in vaste regioni sub-sahariane, sta vivendo un vero e proprio rinascimento. Per conoscere meglio questa sorella dell'antico Egizio e dell'arabo, Disvastigo - Lingue e Culture ha incontrato Ahmed Boukous, rettore dell'IRCAM (l'Istituto Reale della Cultura Amazigh) e Gaouaou Manaa, docente dell'università di Batna (Algeria). Cornice dell'incontro sono state le IV giornate dei diritti linguistici, conferenza internazionale organizzata dall'Associazione LEM-Italia con il patrocinio del Ministero dell’Interno e il sostegno del Consiglio d’Europa.

MR: Prof. Boukous, come giudica il futuro della lingua berbera?

AB: Io vedo con ottimismo l'avvenire della lingua e della cultura amazigh tanto più che la valorizzazione di questa lingua è un fenomeno nutrito non solo dalla volontà politica dello stato ma soprattutto grazie all'attaccamento dei berberi alla propria lingua e cultura.

MR: Si riferisce soltanto allo Stato Marocchino?

AB: Io penso che anche in Algeria ci sia volontà politica, sebbene la situazione non sia la stessa del Marocco. In quest'ottica è fondamentale il coinvolgimento delle comunità nella difesa della lingua e della cultura.  Se c'è questo impegno io credo che lo stato dovrà fare il necessario per valorizzare, riconoscere e proteggere i diritti linguistici del popolo berbero.

MR: Si può parlare quindi di rinascimento?

AB: Assolutamente. Io credo che siano dei segni importanti che ci permettono di avere un certo ottimismo, una certa soddisfazione. Se si considera la situazione del berbero rispetto ad una decina di anni fa, si può effettivamente parlare di rinascimento e questa rinascita è stata possibile grazie alla ricerca dell'identità da parte delle comunità, all'attaccamento delle persone alla propria cultura senza dimenticare il movimento della società civile ed una certa forma di democratizzazione delle istituzioni – soprattutto nello stato del Marocco.

 

 

 

 

 

 

 

 

MR: Prof. Manaa, la lingua amazigh è riconosciuta dallo stato algerino?

GM: L'amazigh esiste dalla notte dei tempi ed è stata riconosciuta in seguito a pressioni popolari. Nel 2002 l'attuale presidente della repubblica algerina ha riconosciuto ed ha fatto emendare la costituzione per istituire la lingua berbera come lingua nazionale a fianco dell'arabo.

MR: Quindi avete il sostegno dell'amministrazione?

GM: Sì, l'amministrazione centrale spinta dalle pressioni popolari ha finito di riconoscere questa lingua parlata dal 20 al 30 % della popolazione algerina. Abbiamo circa 36 milioni di abitanti quindi ci sono da 4 a 6 milioni di berberofoni

MR: Il professor Boukous, è molto ottimista.

GM: Il professore Boukous è molto ottimista e non bisogna dimenticare il fatto che lui sia il rettore dell'IRCAM, ovvero l'Istituto Reale della cultura Amazigh nel Marocco. In qualche modo lui hai più libertà di agire, Io sono invece un insegnante, io ho dei superiori che in una certa maniera fanno pressioni su di me.

 

MR: Avete dei problemi con i fondamentalisti?

GM: No, i fondamentalisti lottano essenzialmente contro gli uomini di potere. I fondamentalisti, tuttavia, non riconosceranno mai l'amazigh se trascritto con i caratteri latini. Ci si dice: scrivete nei caratteri arabi e vi accetteremo. Ataturk, quando in Turchia ha cambiato passato dai caratteri arabi a quelli latini, era molto forte per farlo. In Algeria non abbiamo la volontà politica per affrontare il problema

MR: Come si scrive adesso il berbero adesso?

GM: In Algeria allo stato attuale con l'alfabeto latino, in maggioranza. ma ci sono anche algerini che possono trascriverlo attraverso l'alfabeto arabo. Se le comunità amazigh scegliessero quest’ultima soluzione, sarebbe inevitabile la fusione con il mondo degli arabofoni. Si vuole mettere invece in luce le differenze, perché si tratta di un popolo con una propria identità.