1) LA POSIZIONE DEL MOVIMENTO ESPERANTISTA NEI CONFRONTI DEI PROBLEMI RIGUARDANTI LA PACE E LA COMPRENSIONE
Secondo il suo statuto l'Associazione Esperantista Mondiale (Universala Esperanto-Asocio, UEA) ha due scopi: primo "promuovere l'uso della lingua internazionale esperanto, " e, secondo, "facilitare tutte le relazioni, spirituali e materiali, tra i popoli, senza distinzione di nazionalità, razza, religione, politica o lingua." Le attività e le conquiste associate al primo di questi due fini - in un senso più ristretto: il reclutamento di esperantisti - è per la maggior parte fuori del campo d'azione del presente studio. Invece, si considererà l'aspetto specifico delle attività dell'UEA in relazione al secondo scopo, vale a dire il contributo del movimento esperantista al raggiungimento di una pace mondiale e all'unione dei popoli del mondo.
Vogliamo dimostrare, innanzi tutto, che, sebbene la lingua internazionale esperanto non sia ancora ufficialmente accettata come seconda lingua per tutti i popoli, è da molto tempo una lingua altamente funzionale con risultati pratici soprattutto nel campo della pace mondiale, argomento così importante nel mondo odierno; e in secondo luogo, l'attività per la promozione dell'esperanto, organizzata principalmente dall'UEA, è collegata, per la sua natura, alla ricerca della pace e alla cooperazione internazionale.


L'idea di pace tra gli stati e la comprensione tra i popoli ha accompagnato l'esperanto sin dalle sue prime origini. Quando l'oculista ebreo Lazzaro Ludovico Zamenhof (1859-1917) pubblicò il primo libro di testo della sua "Lingvo Internacia" a Varsavia nel 1887, lo considerò un tentativo di realizzare il sogno della sua gioventù. A Bialystok, il suo paese natale, vivevano ebrei, polacchi, russi e tedeschi; il loro forte odio reciproco era fonte di gran tormento per la sua giovane mente. "In tale città, più che in qualsiasi altro posto" ricorderà più tardi lo Zamenhof, "un animo sensibile sente il forte disagio causato dalle differenze linguistiche e rimane convinto che la diversità di lingua è la sola o almeno la principale causa di disunione della famiglia umana, che si divide in campi ostili." Per questo motivo, scrisse lo Zamenhof, "decisi che quando sarò grande, la farò definitivamente finita con questo demonio."
La lingua dovette la sua rapida e notevole popolarità - prima tra i russi, poi tra francesi e tedeschi, e gradualmente pure in altre parti del mondo - alla convinzione che l'esperanto potrebbe abolire il "demonio" della diversità linguistica e così contribuire alla fratellanza di tutta l'umanità. L'insegnamento idealistico di Zamenhof, da associare all'espressività della lingua stessa, servirono a portare la lingua, in brevissimo tempo, ad un livello che nessun altro progetto di lingua artificiale avesse mai raggiunto, vale a dire al rango di una lingua autenticamente viva.
La forte attrazione emotiva contenuta nella convinzione della missione fraternizzante dell'esperanto fece in modo che i suoi primi adepti dessero relativamente poca attenzione agli elementi essenzialmente utopistici del pensiero di Zamenhof. Tali considerazioni rimasero a lungo subordinate al semplice fatto
che l'esperanto soddisfaceva i bisogni di comunicazione in una comunità sempre crescente di parlanti, e che, sin dall'inizio, la lingua si mostrò utile per scopi pratici, nonostante la lontananza dei traguardi di fratellanza fra tutti i popoli. In un periodo in cui i concetti di solidarietà internazionale erano ancora rudimentali, quando la competizione tra le potenze imperialiste era all'ordine del giorno e quando si erano fatti solo passi modesti per la soluzione delle dispute internazionali, non fu del tutto sorprendente che i sostenitori dell'esperanto fossero inclini a sopravvalutare il ruolo di pace della loro lingua, considerandola un'espressione del vivo desiderio d'unità dell'umanità.
A differenza degli osservatori esterni che prestavano troppa attenzione alle radici linguistiche del disaccordo internazionale, i parlanti l'esperanto capirono che far vivere i popoli in pace richiedeva molto di più che superare semplicemente le differenze linguistiche. Zamenhof stesso comprese che una lingua sovranazionale non era abbastanza per unire i popoli del mondo. Durante la sua giovinezza fu attivo nel movimento sionista, ma più tardi decise di proseguire nella soluzione del problema della discriminazione razziale in un campo più ampio. Spese molta della sua energia a favore dello sviluppo di "una religione umana neutrale" che trascendesse tutte le barriere di razza e religione, facendo appello a tutti i popoli di riconoscersi prima e principalmente come individui del mondo e, solo in secondo luogo, come membri di una nazione o di una religione. Nell'opera Deklaracio pri Homaranismo (Dichiarazione di appartenenza all'umanità, 1913) lo Zamenhof diede forma definitiva ai suoi principi guida, condannando l'arroganza nazionalistica e l'ipocrisia delle religioni, e facendo un appello per l'obbedienza ad una serie di regole etiche basilari e valide a livello universale. Anche tra gli esperantisti lo Zamenhof non ebbe molto successo nel trovare seguaci di queste idee, ma si può vedere una tarda e parziale realizzazione dei suoi sogni nell'attuale pensiero ecumenico e nella cooperazione interreligiosa recentemente intensificatasi.
I primi esperantisti russi contribuirono con entusiasmo alla diffusione delle idee di Leo Tolstoy: la richiesta di una riforma della società basata sulla religione, e la resistenza non violenta nei confronti del regime zarista. Queste idee erano completamente in accordo con gli sforzi di Zamenhof per affratellare l'umanità. D'altra parte l'estremo idealismo dei pionieri dell'esperanto nella Russia autocratica non era completamente accettato da chi viveva in Europa occidentale. Quando l'esperanto guadagnò terreno anche qui, la guida del movimento esperantista fu presa dagli intellettuali francesi, i quali si aspettavano che l'esperanto dimostrasse il suo uso pratico nelle relazioni internazionali in un'era capitalista. Siccome la maggior parte di loro sosteneva il pacifismo, quella particolare retorica inneggiante alla fratellanza usata dagli esperantisti russi nel contesto del conflitto interetnico del loro paese era estraneo ai francesi. Questi consideravano le idee sincretiste di Zamenhof particolarmente dannose per un'ulteriore espansione dell'esperanto nell'occidente evoluto e sofisticato. Sotto l'influsso dei suoi leader francesi, il primo congresso esperantista a Boulogne-sur-Mer (1905) approvò una dichiarazione che definiva esperantista "chiunque conosce e usa la lingua esperanto senza considerare la ragione per cui lo faccia", e dichiarò il movimento ufficiale non responsabile di qualsiasi idea o aspirazione sostenute da qualsiasi individuo in collegamento con l'esperanto.
Sebbene, in teoria, questa dichiarazione autorizzasse l'uso dell'esperanto per qualsiasi scopo, anche per scopi opposti alla pace, la gran maggioranza degli esperantisti ha sempre considerato l'esperanto più che una semplice lingua, anche un'ideologia, che allo stesso tempo simboleggiava le aspirazioni naturali dell'umanità verso la pace. La fede in una "idea interiore" dell'esperanto fu tenuta viva soprattutto da Zamenhof, il quale si rifiutò di limitare l'applicazione della lingua ai soli fini commerciali. "Tutto ciò che, senza recare offesa a nessuno, può creare un ponte di pace tra i popoli, non è qualcosa da evitare timidamente, ma al contrario dovrebbe essere l'essenza dei nostri incontri...", ecco quanto sostenne Zamenhof nell'apertura ufficiale del congresso di esperanto a Cambridge (1907).
Nel primo decennio del '900 esisteva già una consistente letteratura pacifista in esperanto. Questa letteratura considerava le radici economico-sociali del conflitto mondiale e richiedeva alle istituzioni la garanzia della pace. La rivista Espero Pacifista (Speranza Pacifista) iniziò la sua pubblicazione nel 1905. Tra le prime persone che scrissero su questa rivista in esperanto vi erano pacifisti ben noti, tra cui lo slovacco Albert Skarvan e l'austriaco Alfred Hermann Fried, che vinse il Premio Nobel nel 1911; altri ebbero dei ruoli importanti nei loro movimenti esperantisti nazionali, per esempio Felix Moscheles in Gran Bretagna, o Georg Arnhold in Germania - quest'ultimo fu il principale sostenitore del movimento pacifista che precedette la Prima Guerra Mondiale. Tra i primi seguaci dell'esperanto in Francia troviamo Gaston Modi, attivo nella Lega Dreyfus per i Diritti umani, che si dimise dall'esercito per dedicarsi alla battaglia per la pace e la democrazia. Il romanzo di Bertha von Suttner Abbasso le armi (Die Waffen nieder, 1889) apparve in traduzione esperanto nel 1914 con il titolo For la batalilojn!.
Tuttavia, rimase un conflitto tra la lingua, che doveva servire a tutti gli scopi, come nella Dichiarazione di Boulogne, e l'insistenza di Zamenhof, secondo cui l'esperanto serviva soprattutto per "nutrire la fiamma della devozione e della speranza umana". Uno sforzo coronato da successo che non risolse, ma che almeno smussò questa contraddizione, fu la creazione, nel 1908, dell'UEA, fondata dal giovane svizzero Hector Hodler. L'UEA è rimasta da allora l'organizzazione più rappresentativa del movimento esperantista, da un lato facilitando, con la costituzione di una rete mondiale di rappresentanti locali, l'uso della lingua per gli scopi più svariati, e, dall'altro, adottando una forma più realistica dell'idealismo originario di Zamenhof. La nuova associazione definiva l'esperanto come "un internazionalismo pratico" con lo scopo, non solo, di facilitare le relazioni tra le nazioni, ma anche di essere l'avanguardia in una nuova e positiva fase di internazionalismo. Come mise in evidenza Hodler, è impossibile considerare il problema della lingua mondiale staccato da altri problemi sociali. Secondo lui l'esperanto era "soprattutto un movimento sociale, costruttivo e progressista" che cercava di unire i popoli senza distinzione di nazione, lingua o razza. Hodler
considerò il destino dell'esperanto come "intimamente legato al trionfo del movimento per la fondazione di un ordine pacifico internazionale" e di conseguenza chiese ai membri dell'UEA una lotta attiva contro "l'anarchia internazionale".
Pur prendendo le mosse dalla tendenza iniziale verso un futuro utopistico, l'UEA ha portato il movimento esperantista ad una consapevolezza più profonda della complessità delle radici dei contrasti tra le nazioni. Già durante la prima guerra mondiale articoli pionieristici iniziarono ad apparire nella rivista dell'associazione, chiedendo nuovi controlli giuridici nei rapporti tra gli stati. I principi basilari della ricostruzione post-bellica furono definiti in questi articoli come "libertà nazionale, governo democratico, una lega internazionale degli stati". Oltre a questo, Hodler evidenziò che "questa Lega delle Nazioni sarà attuabile solo se unisce non solo semplicemente i governi tramite le istituzioni giuridiche, ma anche i popoli stessi in uno spirito di comprensione reciproca." Hodler scrisse regolarmente sulla creazione di una pace postbellica anche nei periodici svizzeri I Documenti del Progresso e La voce dell'Umanità. E' rimasto inedito uno studio in francese, poiché Hodler morì prematuramente nel 1920.
Allo stesso modo Zamenhof, nei suoi ultimi anni, vide una maggiore possibilità di raggiungimento dei suoi nobili ideali, concentrandosi sui punti urgenti e immediati. In un intervento al Congresso delle Razze di Londra del 1913, evidenziò il bisogno della tolleranza tra le razze come un prerequisito per la prevenzione dei conflitti internazionali; e nel suo "Appello ai diplomatici" (Alvoko al la diplomatoj, 1915) non solo sostenne la sovranità nazionale completa e la garanzia dei diritti democratici ai cittadini dei paesi interessati, ma propose anche la fondazione di una Corte Europea destinata a regolare i conflitti. In un futuro più lontano Zamenhof prevedeva la creazione degli Stati Uniti d'Europa.
Dopo la fondazione della Lega delle Nazioni, la rivista dell’UEA pubblicò molti articoli che sostenevano gli scopi e le attività della Lega. La maggior parte di questi articoli furono scritti da Edmond Privat, redattore della rivista e presidente dell’UEA dal 1924 al 1928. Privat scrisse anche un gran numero di libri in esperanto sugli stessi argomenti, ad esempio Comportamenti tra i popoli (1935). Privat, amico di Mahatma Gandhi e Romain Rolland, godette di grande fama anche al di fuori del movimento esperantista come promotore dell'indipendenza della Polonia e dell'India. Anche la Lega delle Nazioni riconobbe le potenzialità del movimento esperantista. Il deputato segretario generale Inazo Nitobe definì l'esperanto "una forza verso la democrazia internazionale" e un rapporto ufficiale della Lega delle Nazioni Esperanto, lingua internazionale ausiliaria (1922) dice a pag. 23
La lingua è una grande forza e la Lega delle Nazioni ha tutte le ragioni per guardare con particolare interesse il progresso del movimento esperantista, che, se dovesse estendersi, potrebbe un giorno portare a grandi risultati dal punto di vista dell'unità morale del mondo.
Tali aspettative erano nutrite dal fatto che negli anni '20 decine di migliaia di persone stavano studiando l'esperanto. La lingua non permetteva solo a queste
persone di scambiare idee direttamente con persone di altri stati, ma era anche legata alla speranza di una società più equa. Nel 1921 fu fondata un'organizzazione specifica, chiamata Sennacieca Asocio Tutmonda (Associazione mondiale anazionale) e avente come scopo l'educazione del proletariato all'internazionalismo per mezzo dell'esperanto. La sua rivista settimanale Sennaciulo (Uomo senza nazione), nella quale persone di tutto il mondo davano notizia delle loro condizioni di vita, ebbe un effetto importante, poiché centinaia di riviste in lingue nazionali presero spunto da questi contenuti. I congressi, una ricca letteratura, l'insegnamento dell'esperanto in parecchi paesi, corsi di massa per operai testimoniarono la grande popolarità della lingua, assieme alle tendenze internazionaliste espresse da questa negli anni '20 e agli inizi degli anni '30.
Questo sviluppo ebbe luogo soprattutto al di fuori dell’'UEA, la quale doveva mantenere una posizione più cauta e neutrale dal punto di vista politico. I suoi membri, comunque, non si sentirono mai obbligati a nascondere le loro convinzioni personali e queste erano sempre in un modo o nell'altro dirette allo sforzo per la pace. Non sorprende quindi la traduzione in esperanto del romanzo contro la guerra di Erich Maria Remarque All'Ovest niente di nuovo pubblicato nel 1929. Tra le molte iniziative del periodo prebellico ci fu anche la creazione dell'Internazionale Cattolica, che mirava ad unire il cattolicesimo al pacifismo e usava l'esperanto per le sue opere. Il suo fondatore Max Josef Metzger fu poi giustiziato dal regime nazista.
Con il diffondersi del fascismo il movimento esperantista soffrì molte perdite. Nel 1936 la Germania di Hitler proibì un'ulteriore diffusione della lingua che i nazisti consideravano "una lingua dei comunisti" e anche legata alle "illusioni ebree della fratellanza tra gli uomini". Solo un anno o due dopo l'Unione Esperantista dell'Unione Sovietica fu sciolta per essere stata riconosciuta una "organizzazione di spionaggio internazionale"; venne così bruscamente interrotta l'animata corrispondenza internazionale degli esperantisti russi con il resto del mondo. Durante le persecuzioni morirono migliaia di esperantisti. Anche membri della famiglia Zamenhof stessa furono vittime del terrore nazista in Polonia.
Ci sono molti esempi che mostrano come durante la guerra vari esperantisti continuarono ad usare la loro lingua e anche in quelle occasioni l'esperanto fu di aiuto. Nei campi di concentramento di Dachau e Stutthof prigionieri esperantisti organizzarono corsi di esperanto, come era già accaduto nei campi di prigionia in Siberia durante la prima guerra mondiale. Nei Paesi Bassi, in Danimarca, in Polonia, in Italia e altrove gli esperantisti nascosero gli ebrei, rischiando così anche le loro vite. Ci furono anche toccanti episodi in cui esperantisti furono salvati da soldati dell'esercito nemico che però parlavano esperanto: la solidarietà tra soldati che tendevano alla pace era superiore alle necessità imposte dal fatto di trovarsi in campi avversi.
Dopo la Seconda guerra mondiale, durante la quale l'attività esperantista ebbe una battuta d'arresto, fu ricostituita l'UEA. L'UEA fu una delle prime organizzazioni internazionali a proclamarsi in accordo con gli scopi delle Nazioni Unite. A metà del 1947, cioè ben un anno e mezzo prima dell'adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10 dicembre 1948), l'associazione aggiunse al suo statuto un paragrafo che diceva che "il rispetto per i diritti umani" era una "condizione essenziale" per la sua attività. In questo modo l'UEA metteva in evidenza che la sua neutralità nei confronti di idee politiche, razza, o religione terminava nel momento in cui la pace e la cooperazione internazionale erano direttamente minacciate.
Ne consegue che nella sua attività nel mondo esterno l'UEA, che a partire dal 1954 è in rapporti ufficiali con l’UNESCO, ha sostenuto in modo insistente e sistematico tutti gli sforzi per rafforzare l'osservanza dei diritti umani e il miglioramento delle relazioni tra le nazioni. Per tali attività ha partecipato a campagne con lo scopo di creare un mondo più pacifico e più unito, dimostrando i suoi legami con i principi della Carta delle Nazioni Unite e con altre iniziative internazionali. Oggigiorno gli scopi dell'UEA sono ancora questi: lotta contro la discriminazione linguistica (una forma di violazione dei diritti umani fondamentali), appello per la facilitazione della comunicazione tra i popoli come precondizione essenziale per la vera pace e la comprensione. L'associazione mira ad attirare l'attenzione del pubblico verso una serie di problemi che non sono stati considerati negli incontri intergovernativi e che, fino ad ora, non hanno ottenuto dal pubblico l'attenzione che meritavano. Il punto essenziale - nelle parole di Ivo Lapenna, per molti anni presidente dell’UEA - è che
Poco è stato fatto, o si sta facendo, per la comprensione a livello di gente comune... L'attenzione è sempre rivolta alla coesistenza degli stati e molto meno, se non addirittura per niente, alla coesistenza cordiale e pacifica degli individui comuni.
Informare il mondo esterno del ritardo nella soluzione di questo aspetto di cooperazione internazionale e continuare instancabilmente a proporre una soluzione equa sono i compiti principali dell’UEA per il futuro.

2. ALCUNI ESEMPI DI ATTIVITÀ' PRATICHE CON L'ESPERANTO PER LA PACE E LA COMPRENSIONE
2.1. Attività di soccorso in tempo di guerra
Quando scoppiò la prima guerra mondiale l'UEA offrì immediatamente i suoi servizi al pubblico per aiutare coloro che si trovavano all'estero al momento dell'insorgere delle ostilità. Il quartier generale dell'UEA a Ginevra annunciò di essere pronto a mediare lo scambio della corrispondenza privata tra i paesi in guerra Raccoglieva la posta ricevuta tramite il suo canale dei rappresentanti locali, la divideva per paese e per classificazione, la inoltrava ai destinatari sempre tramite i rappresentanti locali. Certi giorni ricevette anche una richiesta di inoltro di 400 lettere. Oltre ad agire come agenzia di corrispondenza, l'UEA aiutò a rintracciare persone, a distribuire cibo, indumenti e medicine, rimpatriò bambini e aiutò i prigionieri di guerra. Il numero di servizi individuali resi dall'UEA tramite i
rappresentanti locali e una dozzina di volontari nella sede centrale dell'associazione fu più di 100.000 in un anno.
Durante la seconda guerra mondiale le organizzazioni internazionali esperantiste misero in atto servizi simili. Nel 1936 fu fondato il "Soccorso internazionale esperantista" al fine di aiutare le vittime del terrore nazista, soprattutto ebrei parlanti l'esperanto, a fuggire dalla Germania e dai territori occupati dai nazisti. Durante questa guerra la spedizione di posta e cibo dalla Svizzera neutrale agli internati potè operare solo su scala limitata, perché non era possibile utilizzare i rappresentanti locali come durante la prima guerra mondiale. Comunque, fu possibile aiutare, tra gli altri, gli esiliati spagnoli, i rifugiati ebrei in Francia e i membri della famiglia Zamenhof in Polonia, prima che la politica nazista di sterminio li eliminasse tutti. Dopo la guerra, le organizzazioni esperantiste fecero un buon lavoro per riunire le famiglie disperse.
Pure degno di nota fu l'uso dell'esperanto per informare il mondo sugli orrori della guerra: gli esperantisti giapponesi tradussero i primi rapporti dettagliati delle sofferenze delle vittime della bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki. Questi sconvolgenti rapporti furono poi tradotti dall'esperanto in molte lingue nazionali e poterono così raggiungere un vasto pubblico europeo.
Fedele alla sua tradizione, il movimento esperantista anche oggi si dedica efficacemente all'aiuto umanitario. Esperantisti hanno lavorato per molto tempo nei gruppi locali di Amnesty International, il cui ufficio centrale a Londra ha riconosciuto in parecchie occasioni gli effetti positivi del loro aiuto. Grazie ad iniziative dell'UEA stessa, come ad esempio la creazione del fondo "Conto Esperanto" durante la guerra in Bosnia, si sono aiutate dapprima le popolazioni della ex-Jugoslavia, e poi l'attività di aiuto è stata estesa alle vittime delle guerre e delle persecuzioni in altre parti del mondo. In Africa opera una clinica oculistica con il nome di Zamenhof, donata dagli esperantisti.

2.2. Attività educative
Parecchie nazioni dell'UNESCO stanno attualmente lavorando in stretta collaborazione per rivedere i libri di testo utilizzati al fine di eliminare gli stereotipi riguardo popoli e paesi stranieri. In questo campo, così importante per l'educazione a corretti rapporti tra bambini di nazioni diverse, gli esperantisti furono i primi ad agire. Negli anni '20 un gruppo di insegnanti francesi iniziò la stesura di un libro il cui scopo era di eliminare le tendenze sciovinistiche dall'insegnamento della storia. Il materiale per il libro era stato raccolto tramite l'esperanto in quindici paesi. Pure importante fu il congresso "Pace tramite la scuola", che ebbe luogo a Praga nella settimana di Pasqua del 1927, con la partecipazione dell'ufficio dell'educazione internazionale di Ginevra. Alla fine del congresso, durante il quale la sola lingua utilizzata per l'interpretazione fu l'esperanto, i circa 500 delegati di 19 paesi approvarono delle raccomandazioni sullo scambio internazionale dei bambini in età scolare e la rimozione dello sciovinismo dai libri di testo.
Nel 1957 ebbe luogo in Jugoslavia un seminario internazionale di pedagogia dal titolo "Esperanto e scuola", in cui fu analizzata la presentazione della storia nei libri di testo di vari paesi. Come risoluzione i partecipanti chiesero, tra le altre cose, una considerazione più ampia e più oggettiva della storia non europea nei libri di testo europei e chiesero all'Unesco di pubblicare delle letture con testi modello.
Dal 1982 giovani giapponesi e coreani si incontrano nell'Asia orientale con lo scopo di discutere modi per migliorare la comprensione reciproca. Un risultato è stata la pubblicazione di un libro sulla storia della Corea, tradotto dal giapponese all'esperanto, con lo scopo di eliminare i tabù sulle relazioni tra Corea e Giappone e di presentare un modello di trattato libero da pregiudizi.
Nel 1955 fu pubblicata da una ditta giapponese un'opera in 15 volumi dal titolo Bambini del mondo. In essa bambini di molti paesi descrissero la loro vita ai bambini giapponesi. Gran parte dei contributi dei bambini, in particolare per i volumi riguardanti Francia, Germania, Scandinavia, Europa orientale e meridionale, è stata raccolta tramite la cooperazione tra gli editori giapponesi e i parlanti l'esperanto di diversi paesi. Un'iniziativa unica è quella del 1956 pensata da un insegnante svizzero, il quale propose di collegare classi in una rivista interscolastica in esperanto con testi e disegni a cura degli alunni stessi, in età compresa tra i 6 i 15 anni. L'idea fu accettata e fino al 1969, 36 classi di 16 paesi con il nome di Grajnoj en Vento (Semi nel vento) lavorarono assieme, per produrre i loro contributi, tre volte all'anno. In questo modo, fin da tenera età, l'insegnamento dell'esperanto stimola una trasformazione mentale che va dall'esclusività regionale o nazionale al globale, e aiuta i bambini in età scolastica a capire il concetto di "essere straniero" e di praticare la tolleranza. Lo stesso scopo ha il progetto "Intercultura", organizzato dall’UEA in collaborazione con l'Associazione Internazionale degli insegnanti esperantisti (ILEI), che ha avuto inizio nel 1998. Già nel 1999, 92 scuole di 5 continenti facevano parte di questo progetto.
Non è superfluo evidenziare anche la funzione educativa esercitata dai periodici in lingua esperanto pubblicati in quasi tutte le parti del mondo. Essi includono regolarmente degli articoli, il cui scopo è di rafforzare la consapevolezza dei lettori che è responsabilità di tutti aiutare a risolvere i problemi mondiali - tramite il disarmo, la battaglia contro la fame, la garanzia dei diritti umani e l'eliminazione del razzismo e di tutte le altre forme di discriminazione razziale. La stampa esperantista evidenzia anche che nell'opera delle organizzazioni internazionali e nei negoziati tra gli stati vengono sperperate ingenti somme di denaro per l'interpretazione e la traduzione - somme che potrebbero essere meglio spese per altri scopi, se le organizzazioni e i governi fossero convinti del valore dell'esperanto come efficace e non costosa soluzione al problema linguistico.
Da più di 30 anni l'UEA collabora con l'UNESCO, con il quale ha tuttora relazioni anche strettamente operative. L'UEA ha pubblicato una traduzione in esperanto della pubblicazione dell'UNESCO Est ed Ovest - Verso una comprensione reciproca e l'UNESCO da parte sua ha pubblicato una versione in esperanto del suo Consigli sull'educazione per la comprensione internazionale, cooperazione e pace e educazione riguardante i diritti umani e le libertà fondamentali. In occasione del 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l'UEA ha pubblicato una traduzione in esperanto del manuale di Leah Levin Diritti umani: domande e risposte. La prestigiosa "East-West Series" di traduzioni in esperanto dei più rappresentativi capolavori letterari di entrambi gli emisferi è pubblicata sotto il patrocinio dell'UEA e include tra l'altro La Divina Commedia, Kalevala, II Corano, Martin Fierro e opere di Shakespeare, Baudelaire, Tagore, Kawabata, Kafka, Garcìa Marquez e altri. Nel 1998 sono iniziate le relazioni tra l'UEA e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani con un simposio comune dal titolo "Lingua e Diritti Umani".

2.3. Congressi mondiali
Le principali manifestazioni del movimento esperantista sono i Congressi Universali di esperanto organizzati ogni anno dall'UEA. Questi congressi sono organizzati, non solo per discutere le questioni interne dell'associazione, ma anche per fornire ai circa 2500 partecipanti provenienti da tutto il mondo un ampio e vario programma (da lezioni accademiche a gruppi di discussione, a rappresentazioni teatrali e concorsi letterari). La sola lingua usata durante il congresso è l'esperanto e così nessuno può provare la sensazione di inferiorità, sensazione spesso frequente tra i partecipanti di incontri internazionali dove la loro lingua materna non è considerata lingua di lavoro del congresso e dove il delegato è quindi spesso psicologicamente ostacolato ad intervenire al dibattito non sentendosi allo stesso livello delle persone che parlano una lingua madre "ufficiale".
Di solito i Congressi Universali hanno un tema, per esempio "Lingua e uguaglianza nella comunicazione internazionale" (Brighton, 1989), "Noi, la gente: un mondo o pezzi sparsi?" (Tampere, 1995), "Tolleranza e giustizia in una società multiculturale" (Adelaide, 1997), "Globalizzazione: un'opportunità per la pace?" (Berlino, 1999), "Lingua e cultura di pace" (Tel Aviv, 2000). Da queste discussioni scaturiscono delle risoluzioni rivolte ai governi, affinchè accettino tutte le convenzioni che hanno a che fare con i diritti umani. Durante il Congresso di Berlino del 1999, il presidente dell'UEA Kep Enderby ha sottolineato la necessità di unire gli sforzi per una lingua internazionale neutrale con gli sforzi di favorire l'osservazione di tutti i diritti umani nel mondo. Molti governi sono ufficialmente rappresentati nelle cerimonie di apertura e questo è un segno che i contributi dei congressi all'educazione in spirito internazionalista sono tenuti in buona considerazione. Ai congressi vengono regolarmente inviati messaggi dal Segretario Generale dell'ONU, dal Direttore Generale dell'UNESCO e dai capi di altre organizzazioni mondiali.

2.4. Contatti personali
Non solo i congressi, ma anche numerosi incontri a livello nazionale e regionale forniscono opportunità di incontro per gli esperantisti. La sezione giovanile dell’UEA, l'organizzazione mondiale dei giovani esperantisti (TEJO) organizza regolari seminari e settimane di vacanze per i giovani: gestisce anche un servizio di scambio di visite tra famiglie di vari paesi. L'uso dell'esperanto parlato è aumentato notevolmente dopo la guerra. Maggiori opportunità di turismo hanno arricchito il valore della lingua come un mezzo pratico di comunicazione tra i popoli di molti paesi e di ogni livello sociale, e coloro che parlano esperanto hanno una posizione speciale rispetto al turista medio. Vi sono libri in lingue nazionali che descrivono viaggi all'estero usando l'esperanto, per esempio il Giappone.
I molti contatti personali resi possibili dalla conoscenza dell'esperanto sono uno dei fondamenti del movimento esperantista. I contatti rimangono per i parlanti di questa lingua un'esperienza come quella dei partecipanti al primo congresso di esperanto nel 1905 a Boulogne-sur-mer, dove, nelle parole di Zamenhof, il congresso unì "non i francesi con gli inglesi, non i russi con i polacchi, ma la gente con la gente". La forma e i contenuti di questi contatti naturalmente variano; è difficile misurarli e analizzare i loro effetti. Inoltre l'esperanto è usato per comunicare non solo per gli incontri personali. Per molti la comunicazione avviene tramite la corrispondenza. Per facilitare ciò l'UEA ha fondato nel 1958 un servizio per la corrispondenza (Servizio mondiale per la corrispondenza). Avvengono dunque molti scambi di opinioni oltre i confini nazionali, tramite lettere scritte in esperanto. Solo chi ha familiarità con esperantisti può avere un'impressione adeguata di quanto valore vi sia in questa comunicazione internazionale, in questa particolare forma di applicazione pratica dell'esperanto e di quale funzione educativa possa avere - nel senso che porta ad una migliore comprensione della diversità e del valore delle culture. Non è dovuto ad una coincidenza che gli esperantisti siano stati tra i primi utenti più attivi di internet. Oltre ai canali ufficiali di comunicazione, oltre alle dichiarazioni astratte sulla pace e l'amicizia internazionale e risoluzioni edificanti sui contributi dell'esperanto alla solidarietà mondiale è a questo livello di contatti personali che scopriamo la vera forma di quella che potremmo chiamare "l'internazionalismo in pratica" degli esperantisti.
In molti paesi questa attività ha avuto luogo senza essere notata, a volte anche in segreto. Siccome l'esperanto si rende disponibile come uno strumento di diretta comunicazione internazionale, esso prosperò soprattutto nei paesi socialisti dell'Europa orientale, i cui regimi volevano controllare o persino scoraggiare i contatti dei loro cittadini con il mondo esterno. Solo dopo la caduta dell'Unione Sovietica si conobbero i dettagli che riguardavano la sorprendente attività dei giovani esperantisti russi, che avevano organizzato convenzioni a larga scala in cui membri di varie nazionalità usarono tra di loro non il russo, ma l'esperanto e in questo modo dimostrarono il loro legame ad una forma alternativa certamente più autentica che quella richiesta dal partito. In questo modo contribuirono a minare la dittatura sovietica.
Attualmente, dopo la fine della Guerra Fredda, il movimento esperantista sta dedicando particolare attenzione alle relazioni tra gli emisferi nord e sud, cercando di cooperare per la creazione di relazioni che permettano ai popoli delle diverse parti del mondo di comprendere le situazioni e in particolare i pensieri degli altri.

3. CONCLUSIONI
II preambolo della Costituzione dell'Unesco evidenzia che la guerra inizia nelle menti delle persone e che è nelle menti delle persone che deve essere costruita la difesa della pace. L'UEA, non solo nel suo statuto, ma anche in tutte le sue attività fa esattamente questo: mette le basi per la pace nelle menti della gente comune. L'UNESCO ha evidenziato questa attività nella risoluzione del 10 dicembre 1954, riconoscendo "i risultati raggiunti dall'esperanto nel campo delle relazioni intellettuali internazionali e l'avvicinamento di popoli di tutto il mondo". Nel 1985, la ventitreesima sessione del Congresso Generale dell'UNESCO ha ricordato ai suoi membri il progresso ottenuto nel frattempo e ha espresso riconoscimento alle "grandi possibilità che l'esperanto offre per la comprensione internazionale e la comunicazione tra popoli di diversi paesi."

Ulrich LinsTRADUZIONE DALL'INGLESE DI LAURA BRAZZABENI
(Titolo originale: The work of the Universal Esperanto Associatìon for a more peaceful world, Esperanto Document 45A, 2000)
 

BIBLIOGRAFIA
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LEGA DELLE NAZIONI, Esperanto As an International Auxiliar Language, Report of the General Secretariat of the League of Nations, adopted by Third Assembly, 1922, Document A.5(I), 1922.Ulrich Lins, tedesco, ha studiato storia e scienze politiche. E' stato vicepresidente dell'UEA dal 1989 al 1995. Attualmente lavora a Tokio e coordina gli scambi tra le università giapponesi e tedesche.