Le III Assise europee del plurilinguismo si sono tenute a Roma presso l'Università La Sapienza dal 10 al 12 ottobre 2012, organizzate congiuntamente dall’Osservatorio europeo del plurilinguismo e dall'associazione Eurolinguistica-Sud, sul tema generale « Lingue senza frontiere, il plurilinguismo » e sotto la presidenza d'onore del prof. Tullio de Mauro. Esse hanno dimostrato che il plurilinguismo, attraverso le sue dimensioni inter e transculturali, è garante della diversità linguistica, della creatività in tutte le sue forme e della pace.

Le Assise giungono a conclusioni generali e a conclusioni particolari che coprono i campi dell’istruzione, dell'economia, della politica nelle sue dimensioni nazionali e internazionali e della cultura.

Conclusioni generali

E’ opportuno cominciare da una constatazione : sebbene l'ideologia monolingue appaia come una semplificazione inaccettabile sotto qualsiasi punto di vista, essa resta ancor oggi l'orizzonte culturale e politico della maggior parte dei paesi europei, che esso si esprima attraverso dinamiche che possono sfociare in ripiegamenti identitari o attraverso l'egemonia linguistica di una lingua, l'inglese. Gli argomenti avanzati oggi a favore del plurilinguismo e della difesa della diversità culturale da economisti, giuristi, linguisti, psicologi, etc. , non toccano che un’elite. Le nostre società restano sotto l’influenza di una rappresentazione monolingue tenace, legata storicamente alla costituzione degli stati-nazioni – che smentiscono gli esempi dell’Antichità e di numerosi paesi del mondo-- e che rafforza la crisi economica che ha instaurato una logica contabile che porta fino alla riduzione/sparizione degli insegnamenti linguistici.

All’ora della mondializzazione e dell’emergenza di un mondo multipolare, in particolare a causa della crescita in potenza di paesi quali il Brasile, la Cina e l’India, la soluzione di una lingua franca unica fa sempre più apparire al tempo stesso i suoi limiti e l’importanza capitale del plurilinguismo nel mondo di oggi.

E’ necessario agire in più direzioni

  • Nel campo delle istituzioni : far evolverele rappresentazioni sensibilizzando l’opinione pubblica, gli educatori, i media, senza aspettare gli organi decisionali. Nella società civile, vi sono dei piccoli vivai dai quali scaturiscono (dal basso) progetti stimolanti

  • Nel campo dell'istruzione e della ricerca

  • Mantenere e sviluppare i laboratori di ricerca e d’azione pluridisciplinare in interazione con il territorio e diffondere i risultati in modo capillare;

  • Militare per una linguistica d’intervento che abbia un impatto sulla qualità di vita  e sullo sviluppo socio-economico ;

  • Aprire le griglie delle discipline e rivolgersi agli insegnamenti di lingua e di didattica delle lingue perchè propongano un maggior numero di vie alternative efficaci per la formazion e per la ricerca ;

  • Promuovere un’ istruzione plurilingue e interculturale a tutti i livelli dei sistemi d'insegnamento, dalla scuola materna all'insegnamento superiore;

  • Invitare i governi a diversificare l'offerta d'insegnamento linguistico sin dalla scuola elementare e fare in modo che questa diversità di scelta sia utilizzata;

  • Invitare i governi ad onorare l’impegno assunto al Consiglio europeo di Barcellona nel 2002 di due lingue straniere obbligatorie alla fine del ciclo di scuole superiori second degré ;

  • Invitare la Commissione europea a proporre misure che permettano di tornare alle pubblicazioni scientifiche in altre lingue che l’inglese;

  • Invitare le università a mettere in opera vere politiche linguistiche, che non dovrebbero limitarsi a consolidare il livello d’inglese degli studenti, ma essere anche il proseguimento dell’apprendimento della lingua viva 2 o meglio quello di una lingua viva3 non appresa al liceo.

  • Nel campo dell'economia

  • La diversità linguistica e le competenze in lingua sono e devono essere considerate come una risoursa per l'impiego e la competitività e il trattamento delle lingue come una dimensione imprescindibile della direzione delle imprese internazionali ;

  • Il principio del diritto a lavorare nella lingua del paese che accoglie deve applicarsi a titolo generale e i bisogni linguistici essere adattati alle necessità strategiche delle imprese.

  • Devono essere intraprese azioni in ogni paese per diffondere i risultati della ricerca e le buone pratiche nel tessuto delle imprese tramite le riviste professionali, di formazione iniziale e di formazione continua.

  • In campo politico

  • I paesi europei debbono rilevare la sfida delle migrazioni che esse siano interne all'Europa o esterne e controllare i processi d’integrazione nel rispetto delle identità plurali come valori per le persone migranti e per le società che le accolgono.

  • L'Unione europea deve riaffermare il suo plurilinguismo come fondamento della cittadinanza europea, e trarne le conseguenze;

  • L'OEP lancia un appello per una Iniziativa di cittadinanza nel senso de Trattato di Lisbona al fine di rafforzare i fondamenti giuridici del plurilinguismo nel funzionamento delle istituzioni.

  • In campo culturale

Non si possono imparare tutte le lingue. E’ la ragione per cui la traduzione ha un ruolo cosi’ fondamentale nei trasferimenti sia culturali che scientifici. Il fenomeno non è nuovo: non è esagerato affermare che la civilizzazione occidentale è nata dalla traduzione. A questo riguardo, la scienza detta « occidentale » non sarebbe cio’ che essa è senza l’apporto dell’India della Cina, del mondo arabo. All’ora in cui tante lingue sono minacciate, la traduzione diventa una forma d’ossigeno indispensabile alla loro sopravvivenza.

Le lingue, lungi dall’essere delle copie conformi le une delle altre, sono altrettante sorgenti d’immaginazione creatrice.

E’ vero nel campo delle arti e delle lettere, ma egualmente in quello delle scienze dell’Uomo e della Natura.Lungi dall’essere semplici strumenti del pensiero, esse lo forgiano.

Senza ricorso al plurilinguism e alla traduzione nel maggior numero di lingue possibile, non vi è vera circolazione dei saperi, delle idee e dell’immaginario nè, di conseguenza, comprensione del mondo contemporaneo in tutta la ricchezza della sua diversità.

Nel campo della creazione cinematografica e audiovisiva, le politiche neoliberali condotte da numerosi governi dagli anni ottanta hanno avuto come solo risultato l’impoverimento della creazione. E’ opportuno promuovere delle politiche nazionali coordinate con le politiche europee che conducano alla rinascita della produzione audiovisiva e della cinematografia europea.