Dal 2014 il Politecnico sopprimerà tutte le lauree magistrali in italiano creando ingiustificabili barriere linguistiche nell’accesso al sapere. Il ministro applaude.


Dall'anno accademico 2014/15, il Politecnico erogherà in lingua inglese l'intera offerta formativa magistrale sopprimendo tutte le lauree specialistiche in italiano. Dopo lo scandalo dei criteri valutativi stabiliti dall’Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca che discriminano sistematicamente i ricercatori che pubblicano in italiano, continua l’accanimento contro la lingua italiana da parte dei rettori con l’appoggio del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Profumo.

L’Associazione Nitobe denuncia una chiara volontà discriminatoria a danno di coloro che vogliono fare scienza e studiare nella propria lingua materna nel proprio paese. L’anglificazione del sapere non è una logica conseguenza dell’“internazionalizzazione” delle università. Vi possono essere diverse forme di internazionalizzazione, e quella adottata dal Politecnico è la peggiore. Crea ingiustificabili barriere linguistiche a tutti i cittadini che vogliono studiare architettura, disegno industriale e ingegneria nella loro lingua materna. Non aiuta a integrare il capitale umano straniero nel tessuto economico nazionale perché non si prevede nessun tipo di supporto all’apprendimento dell’italiano. Non si richiede nessuna conoscenza dell’italiano nemmeno ai docenti, e quindi l’università abdica a una delle sue funzioni essenziali, vale a dire trasmettere il sapere in un modo accessibile a tutti.
È quindi lecito chiedersi se è accettabile da un punto di vista dell'interesse pubblico continuare a finanziare università che non erogano più sapere nella lingua nazionale, creando quindi inedite barriere linguistiche a danno degli studenti locali e una potenziale frattura fra élites e comuni cittadini