Una ricorrenza può unire o dividere. Il 15 di dicembre è sicuramente un anniversario all'insegna della condivisione dei valori della tolleranza e dell'intercomprenzione. In questo giorno del 1859, infatti, nasceva in Polonia Ludwik Zamenhof, definito dall'Unesco come "una delle grandi personalità" del genere umano. Egli, costatando come le barriere linguistiche allontanassero i popoli e alimentassero odio, gelosie e rancori, nel 1887 presentò al mondo l'esperanto, una lingua ausiliaria non etnica per la comunicazione egualitaria tra gli individui di culture diverse.

La figura di Zamenhof è legata anche all'hilelismo e l'homanarismo, due progetti di fratellanza universale che mettevano al centro i diritti dell'uomo e il rispetto della diversità. Questi principi furono da lui ripresi nell'Appello a diplomatici per un disperato grido contro l'inutile strage perchè “ogni Paese deve appartenere moralmente e materialmente a tutti i suoi abitanti naturali e naturalizzati, qualunque sia la loro lingua, religione o supposta provenienza”.

Il polacco non vide la fine della guerra e si spense nel 1917 a Varsavia. Il suo sogno di fratellanza umana sembrava essere finito, tanto più che l'Europa sarebbe stata scossa da un nuovo catrastrofico conflitto. Eppure, a 100 anni di distanza dalla nascita di Zamenhof e conclusesi le belligeranze, l'Europa si incontrava a Roma per fondare le basi dell'Unione che oggi conosciamo e a cui è stato riconosciuto il Premio Nobel per la Pace. Pochi anni prima, nel 1954, l'UNESCO accoglieva tra le organizzazioni consultive l'Associazione Universale Esperanto e, preso atto dei risultati ottenuti dall'esperanto in materia di scambi culturali , dichiarava che questi coincidevano con gli scopi e gli ideali dell'UNESCO e impegnava con una risoluzione il Direttore Generale a seguire l'evoluzione dell'uso dell'esperanto in campo scientifico, educativo e culturale.

La lingua iniziata da Zamenhof, infatti, è sopravvissuta alle persecuzioni del regime nazista e stalinista e continua tutt'oggi a far comunicare il mondo. Un'ulteriore riconoscimento ancora più esplicito, giunge nel 1985 a Sofia, quando l'Unesco con l'approvazione di nuova risoluzione chiede "al Direttore Generale di seguire costantemente lo sviluppo dell'esperanto come strumento per una migliore comprensione fra nazioni e culture diverse". Nel 2009, nel 150° anniversario dalla sua nascita, Google omaggia Zamenhof inserendo nel logo del motore di ricerca al posto della lettera "L" la bandiera con la "Verda Stelo" (Stella verde), simbolo dell'esperanto. Esistono, inoltre, numerosi tributi alla memoria dell'illustre polacco: la capitale con la più alta concentrazione di monumenti al Doktoro Esperanto e della sua lingua è Vienna mentre i tributi più "lontani"sono gli asteroidi (1421) Esperanto e (1462) Zamenhof, scoperti rispettivamente nel 1936 e nel 1938 dall'astronomo finlandese Yrjö Väisälä.