Il 21 febbraio di ogni anno si celebra la Giornata della Lingua Materna, istituita nel 1999 dall'Unesco nella ricorrenza delle proteste scoppiate proprio in quel giorno del 1952 a sostegno del bengalese. Il “Comitato dell'Assemblea Costituente del Pakistan”, infatti, aveva annunciato l'ufficialità del solo urdu nel Pakistan orientale (l'attuale Bangladesh) a sfavore della lingua parlata della maggior parte della popolazione.

La difesa della diversità culturale e linguistica nel mondo è tra gli obiettivi principali dell’Unesco. Delle oltre 6.000 lingue parlate in tutto il mondo, infatti, quasi la metà rischia di scomparire entro la fine del secolo.

La Federazione Esperantista Italiana (www.esperanto.it) condivide il timore di un impoverimento culturale disastroso e ricorda che l'art. 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo sancisce il diritto a non essere discriminato in base alla lingua. E’ necessario, quindi, sviluppare e realizzare politiche che permettano a ogni comunità di usare la propria lingua madre, il più ampiamente e frequentemente possibile, padroneggiando, inoltre, l’esperanto, per comunicare con persone di diversa cultura. Il movimento esperantista, infatti, è una comunità diffusa in tutto il mondo che da oltre un secolo rappresenta un esempio di efficace comunicazione interculturale, forte anche di due risoluzioni Unesco (Montevideo 1954, Sofia 1985).

L’Esperanto è attualmente insegnato in 150 università ed altre istituzioni superiori, nonché in 600 scuole elementari e medie di 28 paesi. Esso ha, inoltre, una ricca letteratura consistente in oltre 50000 titoli, con pubblicazioni che si aggiungono con periodicità settimanale. Oltre a trasmissioni radio e video in più paesi, l’esperanto ha una propria Wikipedia ed è disponibile su Skype, Firefox, Ubuntu e Facebook. Il servizio di traduzione Google translate ultimamente l’ha aggiunto alla lista delle lingue supportate.

La Federazione Esperantista Italiana riafferma, quindi, il deciso convincimento della necessità di un plurilinguismo di alto livello basato sulle lingue materne, invitando la comunità internazionale a studiare i meriti dell'esperanto come soluzione sostenibile nel lungo periodo.