Status stranieri cittadini Ue-Articolo contrario direttive europee-Lettera di Allarme Lingua al Presidente del Consiglio

 

Chieti 28/12/06

                                                                                On  Romano Prodi

                                                                                Presidenza del Consiglio

                                                                                Palazzo Chigi

                                                                                00100 ROM A

 

                                                             p.c.           On Marcella Lucidi

                                                                                Sottosegretario per l'Interno

                                                                                Ministero per l'Interno

                                                                                Viminale

                                                                                00100 ROM A

 

 

Ogg. : Status stranieri cittadini Ue- Articolo contrario direttive europee

 

 

Signor Presidente,

 

a nome dell'associazione di difesa delle lingue e delle culture Allarme Lingua Le segnalo che il decreto legislativo recante "Attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro famigliari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri ", licenziato con parere favorevole dalla Commissione affari Costituzionali nella seduta 64 del 19/12/06, contiene all'articolo 20 comma 7 una disposizione illegittima alla luce della direttiva europea sfuggita all'esame dei deliberanti.

 

Mentre infatti l'art. 30 della Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo 2004/38/CE del 29 aprile 2004 recita :"Ogni provvedimento adottato a norma dell'art.27, paragrafo 1 (limitazioni alla libertà di circolazione) è notificato per iscritto all'interessato secondo modalità che consentano a questi di comprenderne il contenuto e le conseguenze, l'articolo 20 comma 7 del decreto licenziato prevede che l'eventuale provvedimento di allontanamento di una persona dal territorio sia "tradotto in una lingua comprensibile al destinatario ovvero in inglese", rendendo in tal modo la lingua inglese comprensibile da tutti per legge. Il diritto europeo riscritto in chiave italiana, quasi parodistica,

 

in barba ai diritti linguistici e al diritto, riconosciuto dall'art. 24 della Costituzione, di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti che sottintende la piena comprensione del contenuto di un provvedimento, che il legislatore non può dare per scontato se il testo è in inglese.

 

Se si fosse scritto "oppure in italiano" (la lingua cioè dello Stato a cui si riferisce il decreto) non si sarebbe ugualmente rispettata la direttiva europea ma almeno non avremmo avuto questo ennesimo cedimento dei politici italiani verso l'angloamericano.

 

Che poi tra i senatori che hanno esaminato il decreto vi siano alcuni dei più accesi promotori di iniziative a favore della lingua italiana, come il DDL per l'istituzione del Consiglio Superiore della Lingua Italiana, che non sono saltati sulla sedia alla lettura di "ovvero in inglese" resta inspiegabile se non con un momento di stanchezza e di disattenzione.

 

Nella fiducia che la segnalazione di Allarme Lingua venga presa nella dovuta considerazione porgo i miei ossequi

 

Giorgio Bronzetti Presidente dell'ass. Allarme Lingua

 

In allegato due degli articoli usciti nella stampa su tale tema per

iniziativa di Allarme Lingua:

L'inglese? Comprensibile per legge di Carlo Sarandrea pubblicato

da Cronaca d'Abruzzo del 9/12/06

Limiti alla libertà di circolazione dei cittadini, il diritto europeo

riscritto in chiave italiana di Giorgio Bronzetti pubblicato da

Cronaca d'Abruzzo il 20/12/06

 

 

 

 

 

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