DISVASTIGO

www.disvastigo.it DIS338 27/12/07

L'italiano estromesso

L’incredibile notizia che al Politecnico di Torino chi studia in inglese non paga tasse ha suscitato forti reazioni soprattutto da parte di radicali e di alcune testate giornalistiche, per la discriminazione linguistica che si è creata ai danni dell’italiano, ma alla fine tutto è rimasto come prima. L’anglificazione dei corsi di laurea con il conseguente degrado del sapere scientifico in lingua italiana procede ineluttabile. Bene ha fatto Michele Gazzola, ricercatore dell’Università di Ginevra, a tornare sull’argomento col suo intervento “L’italiano, lingua tassata ed estromessa dall’università” (Cronaca d’Abruzzo del 2/1/08 pagina Cultura) che ci trova del tutto consenzienti.

Chiunque abbia letto qualcosa di quello che succedeva nelle colonie francesi del Nord-Africa o nelle colonie inglesi in tutto il mondo o anche nelle colonie italiane in Etiopia, Somalia, ecc., ritrova esattamente la stessa situazione al Politecnico di Torino adesso ed in Italia. Anche allora, in Tunisia si teorizzava che in fondo il francese era la lingua della cultura e dell'apertura al mondo (e le classi superiori educavano i loro figli direttamente in francese). Nelle colonie inglesi si usava l'espressione "Speak white!" (Parla bianco, parla come parlano i bianchi!). questa espressione, del resto, viene ancora usata dagli anglofoni del Québec, quando qualche francofono credendo di stare a casa sua, si rivolge in francese ad uno sconosciuto anglofono di passaggio.

Il rettore del Politecnico non sa, poverino, che sta rispondendo a quello stesso invito di "parlare bianco", che gli viene dai "bianchi" del mondo, che considerano il fatto che gli studenti di Vercelli o di Biella osino ancora parlare in italiano di cose tecniche un affronto diretto al mondo civile (leggi anglosassone). Cosa credono questi italiani di essere civilizzati anche loro? Non si saranno montati la testa a causa di Dante Alighieri, di Manzoni, o del G8?

Il vero problema, comunque, non e' il rettore del Politecnico ma tutto il mondo politico, che abdica alla sua funzione di rappresentante degli interessi dei suoi elettori, e fa passare, tacendone, questa discriminazione fatta a cittadini italiani, che pagano le tasse per poi pagare piu' tasse, se parlano in italiano. E' la solita storia dei forti con i deboli e deboli con i forti. Dove sono i sindaci leghisti di quelle parti? Quei sindaci che se la prendono con gli immigrati poveri e che osano parlare di cancro, riferendosi ai mussulmani immigrati, ma di fronte alle prepotenze dei "bianchi", come quella del Politecnico, non osano alzare nemmeno il mignolo. Forse alzano solo la coda per scondinzolare in segno di riconoscenza verso qualcuno che e' piu' forte di loro.

C'e' da vergognarsi di essere italiano e di appartenere ad un popolo a cui appartengono tanti autocolonizzatori.

Vadano pure avanti finche' la gente non ne potra' piu' e si ribellera' come e' successo nei paesi satelliti dell'Unione Sovietica appena hanno potuto. Facciano ora le loro prepotenze e preghino Iddio che la borsa di New York non ceda subito sotto le pressioni dei mutui. I loro figli saranno quelli che decideranno che ormai e' meglio studiare in cinese che in italiano.

Renato Corsetti

Psicolinguista Universita' di Roma "La Sapienza" e membro Consiglio scientifico di Allarme Lingua


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