novembre 2003 Elle

"ESPERANTO" SIGNIFICA COLUI CHE SPERA: CHI L'HA INVENTATO SI AUGURAVA CHE DIVENTASSE LA LINGUA DELLA PACE. E OGGI, DOPO OLTRE UN SECOLO, "LA LINGUA DI TUTTI E DI NESSUNO" HA SEMPRE PIÙ FAN

DI MASSIMILIANO L. CHIAVARONE

E’ quattro volte più facile dell'inglese e dieci più del russo: Lev Tolstoj lo imparò in sole quattro ore. E ora, dopo un periodo d'ombra, l'esperanto sembra rinato a nuova vita. È considerato l'antitesi no-glo-bal dell'inglese. E così se la lingua di Bush e Blair è con­siderata quella dei dominatori, la lingua di Zamenhof, l'o­culista polacco che la ideò a fine '800, assume le vesti di linguaggio della pace e della democrazia. A sancire il ri­torno, anche testate internazionali come Newsweek. E i pro­seliti crescono. Otto milioni gli esperantofoni nel mondo, secondo i dati dell'Associazione Universale Esperanto (Uea) che ha sede a Rotterdam. Ma lo zoccolo duro è co­stituito dai navigatori nel web. Solo nell'arco degli ultimi mesi sono raddoppiati gli iscritti ai corsi in rete. E la cre­scita è uniforme, dal Sudamerica all'Italia. La conferma, per quanto ci riguarda, arriva da Aldo Grassini, presidente della Federazione esperantista italiana, che conta oltre un migliaio di iscritti. «Non si tratta di una lotta di Davide contro Golia, anche perché sarebbe suicida», spiega Grassini. «Non siamo awersari dell'inglese che è l'e­spressione di una grande cultura ed è parlato oramai da due miliardi di persone, ma quando tende a colonizzare le altre lingue allora non ci pia­ce più». L'idea alla base dell'esperanto è quella di mettere tutti sullo stesso piano, esprimendo la cultura di ciascuno attra­verso una lingua che appartiene a tutti e a nessuno. È l'idea di fratellanza e pace uni­versale che aveva ispirato Lejzer (Ludovic) Zamenhof, oculista ebreo di Varsavia che ideò e pubblicò il telaio linguistico nel 1887. Non era il primo tentativo di lingua costruita a tavoli­no. Ci aveva già pensato, nel 1879, Johann Martin Scleyer con il Volapuk. Ma la marcia in più del­l'esperanto fu la semplicità: una grammatica mini­ma e un vocabo­lario iniziale di so­le 900 parole. Molti i punti a favore: non ha eccezioni grammaticali, è essenziale, non ha problemi di pronuncia perché l'ac­cento tonico cade sempre sulla penultima vocale (per es.: La pàtro alvòkas la knabino, il padre chiama la ra­gazza), esiste una sola coniugazione verbale, c'è un solo genere grammaticale e funziona associando le radici ai suf­fissi e prefissi per formare qualsiasi parola, dal verbo al­l'aggettivo, all'avverbio. «È come giocare con un puzzle», racconta Flavia Dalzillo, 27 anni, che studia l'esperan­to da 10. «All'inizio quasi ti stupisci per la facilità, poi subentra la passione. Grazie all'esperanto ho intrecciato amicizie con un centinaio di persone sparse nel mon­do». I riconoscimenti uffi-ciali sono sempre di più. Dal 1954, l'Unesco ha tro­vato nell'esperanto un'i­dentità di ideali e da allora l'Uea, che ha affiliati in 55 Paesi, è partner consultivo di questo organismo internazio­nale. Molti gli esperti che hanno chiesto di inserire l'esperanto nei dibattiti sui diritti e le politiche linguistiche e oltre 7.000 esperantofoni hanno firmato il Manifesto di Praga sulla "de­mocrazia linguistica". Numerose le università che includono l'esperanto in corsi di linguistica e a Torino è diventato un vero e proprio esame. Ci si può anche laureare in esperan­to, ma per ora solo a Budapest. Molte le stazioni radio che trasmettono nella lingua che ha per simbolo una stella ver­de a cinque punte (i cinque continenti): in Austria, Brasile, Cina, Cuba, Ungheria, Polonia, Italia (Radio Vaticana)...

Il dizionario dell'esperanto, oggi, conta circa 20 mila ra­dici, con cui si possono formare oltre 150 mila parole e sono molti 1 narratori in esperanto come l'australiano Trevor Steele e il poeta scozzese William Steele, candidato al Nobel per la letteratura nel 1998. Copiose le traduzioni, da // Signore degli Anelli a Centanni di solitudine. Da La Divina Commedia a E diario di Anna Frank. Ma anche i fu­metti di Asterix, Winnie thè Pooh e lìn Tm. Non si contano le associazioni di categoria. Ci sono esperantofoni tra gli scout, le guide turistiche, le associazioni di non vedenti, gli scacchisti, i giocatori di golf e perfino tra i ferrovieri. Organizzazioni di buddisti, cattolici, protestanti e atei. Oltre cento le riviste e i giornali. Tra questi la parte da leone la fa Esperanto, il mensile dell'Uea. Ma c'è anche il mensile Kontakto, fatto dalla Tejo, la sezione internazionale dei giovani esperantisti. «L'esperanto è un trampolino di lan­cio ideale per studiare le lingue straniere», spiega Betuel Chiesa, 24 anni, esperantista dalla nascita. Ci ha pensa­to suo padre a insegnarglielo insieme all'italiano. «Sono bilingue, ma l'esperanto resta nel mio cuore. Mi fa sen­tire uguale agli altri, senza differenze culturali e linguistiche. Il mio sogno? Parlarlo con chiunque, dall'edicolante al­l'amica». Era anche la speranza di Zamenhof. Lo pseu­donimo che si era scelto voleva dire "colui che spera": Esperanto. Massimiliano L. Chiavarono'

VIP

Alcuni divi del pop hanno scritto spartiti ispirati a questa lingua o l'hanno usata come materiale promozionale, come l'inglese Elvis Costello o l'americano Michael Jackson. che ha usato l'esperanto nel video HiStory. Tra i brani per orchestra e coro con testi in esperanto ci sono La Sutra del Cuore di Lou Harrison e la prima sinfonia di David Gaines, entrambi statunitensi. Nel cinema l'esperanto è stato usato da Charlie Chaplin ne Il grande dittatore, da Jean-Claude Van Damme in Streetfighter II e da Clark Gable in Spregiudicati. Tra i sostenitori più autorevoli, Tolstoj, Jules Verne e Louis Lumière. In tempi recenti Umberto Eco, che ha studiato la grammatica dell'esperanto, l'ha definita "una lingua costruita con intelligenza e dalla storia molto bella".

SITI

www.esperanto.it : sito della Federazione esperantista italiana, ricchissimo di informazioni; www.esperanto.net/veb/ : la Biblioteca Virtuale Esperanto

CORSI E LETTURE

Federazione Esperantista Italiana, tei. 0258100857 Gruppo Esperantista Tuscolano, tei. 0694184252 www.yksi.org/iej/kirek/anign.php : corso in 10 lezioni gratuite, con correttore a disposizione www.cursodeesperanto.com.br/it/index.html : corso gratuito, con servizio di tutorato, chat e testi delle canzoni scaricabili

www.institutoesperanto.com.ar : corso di Marcello Casartelli, con 15 lezioni gratuite, domande, risposte, espressioni quotidiane www.esperanto.it/gram/corso.html : Grammatica di Esperanto di Vittorio Dall'Acqua www.esperanto.it/gram/corso.html : vocabolario elettronico in rete

www.donh.best.vwh.net/Esperanto/Literaturo/litera turo.tradukita.a.html : classici della letteratura www.esperanto.se/kiosk : periodici in esperanto

SLANG GIOVANILE

È una figata: Estas Belega È una stronzata: Estas stultajo Sei fuori come un balcone: Vi estas for Kiel Balkono È una cosa da sballo: Estas vere nekredebla Mi arrapa: Seksema È così palloso!: Enuìgulo Stronza: Fekulo Vai al diavolo: Forfìkigxu II mio "vecchio": Pacxjo La mia "vecchia": Panjo

NUMERI

28 lettere dell'alfabeto 16 regole grammaticali

0 eccezioni

1 solo articolo

1 sola coniugazione verbale 1 solo verbo ausiliare

1 sola desinenza verbale per tempo

2 casi soli: nominativo e accusativo

20 mila: è il numero attuale di

radici dell'esperanto con cui si

possono formare centinaia di

migliaia di parole

1.000: le persone che lo parlano

dalla nascita

15 minuti: è il tempo medio per

imparare a leggere in esperanto

LINGUE DIMENTICATE

Per una lingua "artificiale" come l'esperanto che cerca di affermarsi, ce ne sono molte - un tempo vive e parlate - che rischiano di scomparire. Secondo gli esperti, il 33 per cento delle lingue esistenti sparirà entro la fine del secolo. È il caso del Mapunzugun, parlato dagli Indi Mapuche del Cile e dell'Argentina, del gaelico, del bretone, del Calò degli zingari spagnoli... E dell'aramaico, una delle lingue più importanti dell'antichità. Aveva la sua sede originaria nell'attuale Siria, divenne la lingua ufficiale nella Persia achemenide e la lingua d'uso comune nella Palestina romana. Ora è parlato solo a Maaioula in Siria da una piccola comunità che cerca di salvarlo dall'estinzione. Forse andrà incontro a nuova vita grazie a Mei Gibson, che ha girato The Passion, il film sulle ultime 12 ore di vita di Cristo in latino e aramaico. In Italia, esistono comunità dove si parla ancora il greco antico: sono i Paesi grecanici come Roghudi e Galileiano, in provincia di Reggio Calabria, e alcuni paesini del Salento, in provincia di Lecce, 5.000 persone in tutto. E c'è un'isola linguistica, tra Calabria, Puglia, Campania e Abruzzo, che ha tramandato, per lo più oralmente, il patrimonio linguistico, culturale e religioso di un antico insediamento albanese del 16° secolo.