15.04.2003 Gazzetta mantovana

Lingue e dialetti in gara per la pace. Per la giuria non c'erano eccellenze

Concorso Esperanto: non assegnato il primo premio

Secondo Francesco Denti di Roma. Terzo Egidio Gerola di Suzzara.

Francesco Denti di Roma ed Egidio Gerola di Suzzara sono i vincitori (secondo e terzo classificato) della seconda edizione del concorso letterario nazionale Esperanto 2002. Racconti, testi rap, ma anche poesie e pièce teatrali sono stati i protagonisti di questo concorso, organizzato dal Gruppo esperantista mantovano (di cui è referente Graziano Ricagno) e dal Centro di educazione interculturale della Provincia, con il patrocinio dell'assessorato alla cultura del Comune. Il tema di quest'anno era la pace: "Lingvoj kaj dialektoj por la paco" ovvero "Lingue e dialetti in gara per la pace". Certo la lingua Esperanto, inventata come linguaggio universale nel 1887 dal medico polacco Zamenhof, non poteva trovare base più fertile della pace per essere utilizzata in un concorso. Con quella invenzione si voleva fornire uno strumento espressivo che potesse essere conosciuto da tutti e in un periodo come questo, dove la comunicazione è in secondo piano rispetto all'utilizzo della forza (guerra in Iraq), tanti sono stati i testi inviati un po' da tutta Italia: oltre a Mantova, anche Bologna, Venezia, Torino, Siena, Reggio Emilia, Napoli, Brescia, Vicenza, Roma, Trento, Forlì, Firenze. I migliori, tutti scritti in Esperanto con la traduzione in italiano, sono risultati due testi in prosa: "Utopia" racconto del romano Francesco Denti, che si Ë aggiudicato il viaggio al castello di Gresillon e il racconto ''II filosso" del suzzarese Egidio Gerola (vincitore dell'edizione dello scorso anno). E il primo classificato? Tra i testi pervenuti non c'è stata nessuna eccellenza e la giuria, presieduta da Giordano Formizzi (emerito dell'Università di Verona) e composta da Mario Artioli. Simonetta Bitasi, Corrado Giamboni e Stefano Scansani ha deciso di non assegnare il primo premio. Come ha spiegato lo stesso presidente Formizzi, infatti: "i testi che abbiamo analizzato erano tutti interessanti, ma nessuno ha spiccato per stile... non c'erano eccellenze. CosÏ, come si fa in altri concorsi, abbiamo deciso di non assegnare il primo posto". Ma come sono stati giudicati in generale i lavori pervenuti? A rispondere è stato il componente della giuria Mario Artioli: "Complessivamente sono stati buoni, ma devo dire che non c'è stata nessuna opera che ha colpito nel segno e tra i lavori esaminati sicuramente la prosa è quella che ha presentato le migliori caratteristiche qualitative, che ha saputo spaziare maggiormente sulla pace. Non a caso, infatti, i due premiati sono autori di due racconti". Più prosatori che poeti, dunque, per questa seconda edizione, che ha voluto trattare un tema quanto mai attuale, come ha sottolineato l'assessore alle politiche sociali Fausto Banzi: "Il tema della pace è attualissimo. Le guerre nate dopo gli attentati dell'11 settembre, quelle in Afghanistan, ora in Iraq e forse in Siria, devono far ricredere sulla fine dell'epoca del colonialismo... e forse non ci può essere miglior modo di un concorso letterario per far parlare e ragionare su questo tema caro a tutti e che sembra essere passato in secondo piano". I due vincitori hanno ricevuto anche un omaggio del Centro di educazione interculturale. I lavori segnalati dalla giuria sono stati quelli realizzati da: Bruna De Biasi (Mantova), Eva Dal Maschio (Venezia), Sabrina Mannarý (Mantova), Ottavio Vasco Bottiglia (Mantova), Nicolino Rossi (Napoli), Marco Dalla Vella (Mantova), Massimo Acciai (Firenze) e Maria Teresa Nobis (Mantova).

Nicola Facchini