Il parlamento aragonese ha approvato il 9 maggio scorso la nuova legge linguistica secondo cui il catalano parlato in una parte della comunità autonoma – la franja – cambia nome: diventerà il LAPAO, curioso acronimo ben spiegato in quest’articolo del poeta e scrittore Jaume Subirana sul Periodico.cat, che consigliamo e presentiamo tradotto in italiano. La fobia del Partido Popular verso la lingua catalana ha come conseguenza che in tutte le comunità dove questo partito governa, si tenta in tutti i modi di combatterla arrivando a inventare nuovi nomi. In attesa di poterla distruggere, come è portroppo successo in buona parte della comunità valenziana.

Dicono che fu Josep Pla, l'antitesi del filologo, a tracciare la migliore mappa delle terre in cui si parla catalano: quelle dove quando dici Bon dia ti rispondono con un altro Bon dia.

Giorni fa, contravvenendo a questa sensata definizione, al punto di vista dell'intera comunità scientifica e alla richiesta di migliaia di cittadini, le Cortes aragonesi hanno creato per decreto due nuove lingue, una nell'area dei Pirenei – l'antico aragonese, diventato la nuova Lingua Aragonese Propria delle Aree Pirenaiche e Pre-pirenaiche (LAPAPYP) – e un'altra al confine con la Catalogna: la Lingua Aragonese Propria dell'Area Orientale, (LAPAO).

Questa nuova legge va contro gli avvertimenti lanciati dall'Unesco sulla situazione dell'aragonese (in evidente pericolo di estinzione), contro la Carta dei Diritti Umani e perfino contro la stessa Costituzione spagnola.
 

Leggi l'articolo di Jaume Subirana (www.elperiodico.ca) nella traduzione di Sara Antoniazzi - collectiuemma.ca