La lingua lombarda è censita dall’UNESCO tra le lingue in pericolo d’estinzione, è menzionata in vari trattati storici e moderni, ha una storia scritta che risale almeno al 13esimo secolo, ed è ancora usata, nelle sue varianti locali, da qualche milione di italiani. Eppure esiste ancora chi ne nega l’esistenza, spesso (anzi, sempre) con pseudo-argomenti che vanno dall’insensato al quasi religioso, passando per il luogo comune.

Questi pseudo-argomenti mostrano leggere variazioni, ma possono essere riassunti in due punti base:

    1.I dialetti Lombardi sono diversi da zona a zona, quindi come si fa a parlare di “lingua lombarda”?
    2.L’analisi linguistica dimostra differenze morfologiche tra est e ovest della Lombardia, quindi in Lombardia ci sono due lingue: Lombardo orientale e Lombardo occidentale.

E’ ovvio che questi due punti sono quasi parafrasi dello stesso concetto, ma alcune delle loro caratteristiche li rendono leggermente diversi, ed è quindi opportune discuterli separatamente.

Premetto che da linguista è scioccante che questi luoghi comuni vengano ancora presentati come presunti argomenti per il supposto status di “non lingua”. Ogni lingua, è risaputo, cambia da una zona all’altra, eccezion fatta per due tipi di lingue: le lingue artificiali e le lingue morte.

Leggi l'articolo di Marco Tamburelli - labissa.com