A Stettino un summit di esperti provenienti da vari paesi 

L'Europa è in crisi. Troppo grande, troppo piccola, qualcuno le stiracchia i confini, vorrebbe che arrivasse in Asia, adottando l'Anatolia fino all'Iraq e alla Siria. Confini di guerra. E l'Ucraina? Più vicina a Bruxelles o al Cremlino? E se avesse ragione, almeno in parte, lo zar Putin?

L'Europa forse non esiste, esistono gli europei.

 

Noi, esseri umani, siamo fatti di parole. La differenza tra noi e uno scimpanzé non è un frammento di Dna, ma l'uso del congiuntivo. I confini non bisogna cercarli sulle carte geografiche, troviamoli nei dizionari. I confini fatti di parole, però, sono morbidi e non impermeabili, diventano un punto di unione, anche di confusione. In fondo, la nostra Europa è da sempre un luogo di eterna confusione. Un meraviglioso caos culturale.

Nel weekend, per le quindicesime giornate dei dizionari italiani, si sono ritrovati a Stettino linguisti italiani, francesi, polacchi e di altri paesi dell'Est, ospiti dell'istituto di italianistica, guidato da anni dal professor Angelo Rella, barese. Il titolo del convegno, inevitabilmente, suonava letterario: «Dalle steppe agli oceani - lingue slave e lingue romanze». Loro da una parte, noi dall'altra?

Leggo l'articolo di Roberto Giardina - italiaoggi.it