La Confederazione vuole introdurre un documento per gli stranieri che non hanno come lingua materna uno degli idiomi nazionali


La Confederazione intende introdurre un passaporto linguistico per quegli stranieri, intenzionati ad ottenere un permesso di domicilio, che non hanno come lingua materna uno degli idiomi nazionali. Il documento "sarà pronto al più presto nel 2015", ha indicato il responsabile del settore Integrazione presso l'Ufficio federale della migrazione (UFM) Adrian Gerber all'ats, confermando una notizia in questo senso pubblicata oggi dalla "NZZ am Sonntag".

Scopo è di concedere il permesso illimitato (tipo C) solo a quelle persone che sono in grado di farsi capire in maniera soddisfacente. Non è ancora chiaro, ha precisato Gerber, quale sarà il livello di competenze linguistiche richiesto. In ogni caso un premesso di domicilio è ottenibile solo dopo aver vissuto almeno 5 anni in Svizzera, si presume quindi che le persone in questione abbiano il tempo necessario per apprendere una delle lingue del paese.

In pratica anche tutti gli stranieri che richiedono un permesso di tipo B possano ottenere un documento di questo tipo: in questo caso sono richieste competenze linguistiche ma non vi sarà nessun esame sistematico per controllarle. L'onere burocratico sarebbe decisamente sproporzionato, ha rilevato Gerber.

In occasione del rinnovo di un permesso (B o C) i cantoni hanno il potere di obbligare uno straniero a frequentare un corso di lingua, qualora si scoprisse che le sue competenze in materia sono insufficienti.

Leggi l'articolo di Roberto Canali - ilgiorno.it