2008 ANNO DELLE LINGUE..CHE SCOMPAIONO
La denuncia degli esperantisti italiani.

Ci scrive la comunita' esperantista di Milano:'Accanto alla questione del cambiamento climatico un’altra questione, quella della scomparsa sempre piu' accelerata delle lingue e delle culture, viene ripetutamente posta all’attenzione del mondo da parte delle Nazioni Unite. Ha cominciato l’Unesco ed ora rafforza la posizione l’assemblea Generale delle Nazioni Unite stesse, che ha dichiarato il 2008 'Anno internazionale delle lingue'.Quando l’umanita' sara' restata con una lingua ed una cultura unica, questa cultura unica non avrebbe piu' possibilita' di evolversi nel confronto con le altre culture e sarebbe destinata ad impoverirsi ed a rendere l’umanità piatta e senza stimoli. Per tutto cio' le Nazioni Unite sostengono il multilinguismo come mezzo per promuovere, proteggere e conservare nel mondo la diversita' delle lingue e delle culture, e riconoscono che il vero multilinguismo favorisce l’unità nella diversita' e la comprensione internazionale, e riconoscomo l’importanza della capacita' di comunicare con i popoli del mondo nella loro lingua.Questa dichiarazione ha raccolto pochissimi plausi da parte di coloro che credono di avere una lingua forte, l’inglese innanzitutto, ma anche il francese, lo spagnolo, ecc. I mezzi di comunicazione di massa dei Paesi economicamente piu' sviluppati l’hanno ignorata completamente. Sostenitori sono, ovviamente, tutti i Paesi del Terzo Mondo, le cui lingue rischiano di sparire gia' nel giro di alcuni decenni, e il movimento per la lingua internazionale esperanto, che saluta questa decisione, perche' da sempre si riconosce in quegli stessi valori. L’esperanto non e', come molti credono, un movimento per una lingua unica, ma e' un movimento per proteggere tutte le lingue e tutte le culture. L’esperanto in quanto lingua neutrale per i rapporti internazionali e' il miglior modo per tenere le altre lingue al riparo dai processi di erosione da parte delle lingue piu' forti. In parole povere, l’esperanto non ha dietro di se' un esercito, una economia, una industria culturale, che cercano di sopraffare le altre e pertanto puo’ essere usato per i rapporti internazionali senza rischi di effetti collaterali.Il Consiglio Nazionale della Federazione Esperantista Italiana ha appena lanciato una campagna per far riconoscere l’esistenza di diritti linguistici dell’uomo come parte integrante dei diritti dell’uomo, di cui, peraltro, ricorre nel 2008 il 60esimo anniversario. In sostanza gli esperantisti cercano di far entrare nella cultura generale alcuni concetti basilari: i diritti linguistici fanno parte a pieno titolo dei diritti dell’uomo; la diversita' delle lingue e' una parte essenziale della diversita' culturale; la comunicazione tra gli uomini resta una necessita' essenziale per arrivare alla comprensione reciproca ed alla pace. I diritti linguistici fondamentali possono essere riassunti nel diritto ad usare la propria lingua madre ed a ricevere un’educazione scolastica in quella stessa lingua. Inoltre fanno parte dei diritti dell’uomo la possibilita' di capire e di essere capiti nei rapporti con persone di lingua madre diversa senza alcuna coercizione a parlare la lingua piu' forte. L’uguaglianza dei diritti linguistici puo' essere raggiunta solo se tutte le lingue sono considerate uguali e se alcune lingue non vengono considerate piu' uguali. La comunicazione tra popoli e nazioni di lingua diversa e' garanzia di ricchezza di influenze reciproche e di reciproco arricchimento culturale. La comunicazione deve essere reciproca e non a senso unico, da nazione guida a nazione guidata. Proprio per questo piu' lingue e non una sola devono essere usate nei rapporti internazionali e tra comunita' di lingue diverse.E’ necessaria, inoltre, una discriminazione positiva a favore delle lingue piu' deboli (come numero di parlanti o come forza economico-politica dei parlanti), affinche' si eviti lo stravolgimento dell’ecologia linguistica con la scomparsa prima di alcuni campi di uso e poi della lingua stessa.Questo si puo' ottenere solo con una politica linguistica accorta ed attenta ai problemi delle lingue piu' minacciate, compreso l’italiano, e con l’uso per i rapporti internazionali di una lingua neutrale pianificata, come l’esperanto, o naturale come il latino, escludendo comunque ed in linea di principio lingue che siano allo stesso tempo lingue di una nazione, per evitare gli effetti di glottofagia, divoramento di altre lingue, drammaticamente presenti e denunciati gia' da tutti gli esperti e dalle Nazioni Unite.Su questo tema allarmiamoci in tempo e non ripetiamo quello che e' successo a proposito del cambiamento climatico'.




autore: redazione

NEWSBOX 4/11/07