Esperanto: una lingua per la pace

 

Il Gruppo esperantista mantovano e il Centro di educazione interculturale dell'assessorato alle politiche sociali hanno organizzato l'incontro Una lingua per costruire la pace che si terrà domani alle 21 in piazza Sordello 43 (nella saletta del Centro di educazione interculturale). Interverranno il professor Giordano Formizzi, docente di Pedagogia all'Univesità di Verona e il professor Mario Artioli poeta e critico letterario. All'incontro è invitata tutta la cittadinanza. Sempre in tema di esperanto va segnalato che  cominciano ad arrivare da Mantova e da altre zone i primi lavori partecipanti a1 Concorso Nazionale Esperanto per la pace, in lingua italiana o in dialetto o in una delle lingue parlate nella nostra società multietnica compreso l'esperanto.

Se il racconto, la poesia, il rap o il pezzo teatrale non sono in italiano, occorre allegare la traduzione italiana. Ricordiamo inoltre che la scadenza, per chi vuole partecipare, della presentazione è il 30 novembre prossimo.

Gli organizzatori confidano che come nella passata edizione anche quest'anno i mantovani partecipino numerosi e si facciano onore. La manifestazione è organizzata dal Gruppo Esperantista Mantovano in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Mantova, con il patrocinio del Comune di Mantova ed il contributo della Banca Agricola Mantovana. Qualcuno forse si domanda perchè per il concorso di quest'anno è stato scelto il tema della pace.

Come viene segnalato dagli organizzatori esso è uno dei perni su cui si fonda l'attività degli esperantisti e in un momento come oggi, in cui spirano venti di guerra, sembra l' argomento di massima attualità ed importanza.

«Qualcuno, è vero, potrebbe obiettare che il proprio intervento a favore della pace è una piccola cosa in confronto alle decisioni dei potenti della terra - spiega una nota l'organizzazione - ma non è così. Possiamo spiegarci con un paragone: salute non significa solo non avere malattie, ma vuol dire vivere una situazione di benessere; così la pace non può essere considerata solo l'assenza di guerra combattuta. La diffidenza, le minacce, la mancanza di rispetto per la diversità o la semplice difficoltà a regalare un sorriso sono alla base dell'inimicizia fra le persone. La pace si coltiva nella vita di tutti i giorni a volte solo con piccole gentilezze che costano la fatica di pensarci un momento».