Teo Jung è noto soprattutto come giornalista: nel 1920 fondò la rivista Esperanto triumfonta (“L’esperanto verso il trionfo”), che nel1927 prese il nome, meno enfatico, Heroldo de Esperanto (“L’araldo dell’esperanto”); Teo Jung ne rimase il direttore fino al 1962; la rivista esce tuttora, con cadenza trisettimanale, sotto la direzione di Aneto Muhlemann. Tuttavia Teo Jung fu anche poeta e romanziere. Il suo romanzo Landoj de l’ fantazio (“Paesi della fantasia) uscì nel 1927; per l’argomento si può considerare un tardivo epigono dei Viaggi di Gulliver, che saranno fonte di ispirazione anche per altri romanzi che vedremo più avanti nel tempo. Protagonisti cono due aviatori americani, che atterrano nel paese misterioso di Raspaza, i cui abitanti, ignari della tecnologia, li ritengono maghi venuti da paesi sconosciuti. Due principi raspasini si fanno portare in aereo in diversi paesi del nostro mondo, dove però scoprono l’ingordigia di ricchezza, il militarismo, il commercio del sesso, e concludono che non si tratta di paesi in cui sarebbe bello vivere, a dispetto del progresso tecnologico. Invece a Raspaza c’è più sincerità, però ci sono classi sociali rigide, re e principi, ricchi e poveri, palazzi lussuosi e stamberghe, e addirittura la schiavitù; il potere è in mano a un’oligarchia chiusa; in più gli svaghi sono limitati, non ci sono competizioni sportive, non c’è una libera stampa, non ci sono automobili. Insomma Jung non risparmia critiche né alla civiltà occidentale (di allora), né alla rigidità senza prospettive di Raspaza. Ovviamente si tratta di una narrazione “datata”, ma non senza motivi di interesse.