Dopo la seconda guerra mondiale, guerre, mentre si spegneva l’eco di Literatura Mondo, confinata al di là della cortina di ferro, la casa Stafeto dalle Isole Canarietendeva ad occuparne il posto (il nome, “Staffetta”, voleva indicare la continutà del progetto editoriale; dopo i primi volumi, di poesia e saggistica, il pubblico esperantista si aspettava un romanzo di un certo peso, e questa lacuna venne colmata da Raymond Schwartz. Di lui abbiamo già ricordato il romanzo breve (e leggero) Anni kaj Montmartre, ambientato a Parigi, dove Schwartz aveva svolto una intensa attività di umorista e cabarettista, da cui aveva anche tratto diversi libri a sfondo umoristico. Questo nuovo romanzo, edito nel 1963, ebbe un buon successo di pubblico, tanto cre ne sono state fatte 3 ristampe, fino al 1991. La vicenda parte nel 1914 dalla Lorena, regione in cui l’autore era nato e che, all’inizio faceva parte dell’impero di Germania. Vi risiedeva il giovane Pierre, che comincia la sua avventura andando nella capitale, Berlino, e facendo amicizia con coetanei tedeschi, fra cui è attirato da Annemarie. Ma non fa in tempo ad assaporare la vita berlinese che scoppia la guerra, e ritorna in fretta e furia nella sua regione, mentre Annemarie si consola con un nobile tedesco e lo sposa. Alla fine della prima guerra, la Lorena torna francese; nel 1939 scoppia la seconda, e Pierre non può fare altro che arruolarsi nell’esercito francese, diventa ufficiale e presto prigioniero. Per fortuna il capo del suo campo di prigionia era stato un suo amico al tempo felice di Berlino, Pierre viene liberato, e viene anche a sapere ch Annemarie gli ha dato un figlio, Paul (il marito tedesco lo crede suo) . Durante il regime di Hitler, Paul diventa nazista, mentre Annemarie, di parere politico contrario, tenta l’espatrio, ma viene catturata dalla Gestapo e, senza che Paul faccia niente per evitarglielo, finisce in un campo di concentramento, da cui sopravvive. E il romanzo scivola dolcemente verso l’inevitabile lieto fine, aiutato da coincidenze favorevoli e incontri e riconoscimenti fortunati; il marito di Annemarie toglie il disturbo, e dopo una decina di anni, Pierre e Annemarie si possono felicemente sposare. Il romanzo è un’accusa contro la guerra, soprattutto come portatrice di sofferenze per i civili; lo spirito esperantista dell’autore fa capolino qua e là. Il titolo, “Come l’acqua del fiume”, si richiama al fatto, che il Rodano e il Reno nascono a pochi chilometri di distanza: tanto sangue è scorso per occupare il picccolo territorio intermedio, tante vite sono state travolte senza colpa e senza scopo.