Si svolgerà oggi giovedì 24 OTTOBRE 2013 (h. 17,45) presso l'università "Primo Levi" in Via Azzogardino 20/b la conferenza "l’influenza di Achille Tellini scienziato ed esperantista sulla cultura bolognese dei primi decenni del Novecento". La manifestazione è organizzata dal Gruppo Esperantista Bolognese nell’ambito degli eventi della X Festa Internazionale della Storia. I relatori saranno Giacomino Martinez (Nova Espero - Udine) ed Ivan Orsini.

Non è facile imbattersi in una biografia tanto straordinaria come quella di Achille Tellini. “Straordinaria” perché la sua esistenza si mosse all’insegna di una inesauribile curiosità intellettuale che lo sospinse a guardare sempre al di là del domani, ad ampliare il più possibile le relazioni con il mondo circostante. Ricercò costantemente nuovi traguardi: la brillante carriera di geologo alla Università La Sapienza, che agli inizi dell’ultimo decennio del ‘900 gli si stava aprendo, fu bruscamente interrotta da un ritorno nella sua città natale, Udine, dove rimase a insegnare scienze naturali per circa un decennio, prima di una nuova stagione, ventennale, a Bologna tra il lavoro in una libreria antiquaria e la diffusione dell’esperanto. Achille Tellini, nella città felsinea 1912 fondò la prima Cattedra italiana di Esperanto, embrione del futuro Istituto Italiano di Esperanto. Tradusse, inoltre, nella lingua internazionale molte opere, tra cui quelle di Pellico, Raiberti e Nievo.

Gli ultimi dieci anni prima della morte lo videro fervente, ma disilluso, promotore della tutela e valorizzazione della cultura e delle tradizioni friulane. Achille Tellini affrontò il suo tempo e le sfide che gli si pararono dinanzi con spirito tenace e dinamico, pronto a ridefinire, all’occorrenza, le proprie priorità e, conseguentemente, a mettere in discussione il suo presente. Non senza forzature ma con la convinzione, comunque, di un avvicinamento alla verità, diciamo che si alternarono nella sua esistenza tre tempi, tre scansioni di una vita segnata da una sorta di rincorsa alla scoperta prima del mondo naturale, poi degli uomini, infine della sua “Piccola Patria”, come era solito chiamare il suo amato Friuli.