Oggi tutti gli italiani sono chiaramente in grado di parlare e scrivere correntemente (o quasi) in lingua italiana e senza neanche grosse difficoltà. La lingua italiana, quindi, é diventata per tutti, ma, soprattutto “appartiene a tutti”. Ma quanti, invece, sono in grado o possono dirsi in grado di parlare un italiano “perfetto” o  ”semi” e di qualità elevata? Quanti autoctoni riescono attualmente ad usare la nostra lingua camaleonticamente, adattandola ai vari contesti  e assegnandogli di volta in volta un graduale livello formalità o in base alle “richieste” del contesto? Siamo tutti in grado di comunicare con l’altro in maniera efficace? Siamo capaci col nostro linguaggio di persuadere, affascinare, intrigare?Processo di alfabetizzazione, scolarizzazione obbligatoria, democratizzazione culturale, accessibilità universitaria: tutti fattori chiave che hanno negli anni chiaramente innalzato il livello culturale in Italia. Oggi è naturale frequentare la scuola dell’obbligo, proseguire gli studi, leggere per puro piacere, dilettarsi con la scrittura, iscriversi alle più disparate facoltà universitarie. Possiamo definire conclusi, dunque, i tempi in cui il dialetto costituiva la modalità di comunicazione per eccellenza e dominava incontrastato in ogni dove d’Italia, mentre la lingua italiana “vera” rappresentava ancora un “privilegio” riservato a pochi eletti.

Leggi l'articolo di Pasqualina Scalea - controcampus.it