«Punteggiatura assente o mal realizzata, errori di ortografia, sintassi pronominale scorretta, sintassi del gerundio approssimativa, mancanza di esplicitazione del soggetto quando necessaria, travisamenti semantici, solidarietà lessicali implausibili, reggenze errate; e, crescendo di livello e gravità, frasi elementari slegate (con “effetto pensierini”), mancanza di gerarchizzazioni concettuali e logiche, mancanza di coerenza testuale, lesioni testuali... Gli studenti in difficoltà nel controllo della lingua e del pensiero descrittivo e, soprattutto, argomentativo, non sono pochi».

Così sintetizzavo, qualche tempo fa, in un articolo all’interno di questa sezione del Portale, l’analisi sulla lingua di numerosi elaborati scolastici d’italiano (i cosiddetti “temi”) (http://www.treccani.it/tema.html), compiuta da Luca Serianni in un importante saggio scritto a quattro mani con Giuseppe Benedetti.
Pur esaminando le produzioni scritte degli studenti di parecchie prime superiori, nel saggio Serianni si dedicava prioritariamente alla prassi correttoria dei “temi” da parte dei docenti. L’ombrello dalla parte del manico, prima di tutto. In modo più articolato: per proporre come medicare le ferite, prima di intervenire sui malati bisogna capire come si comportano i medici, se siano corretti i princìpi, adeguati i metodi e validi gli strumenti da loro elaborati, adottati e adoperati.
Ora, in un nuovo studio, di taglio agile e conversevole, Serianni si dedica – a voler aggiungere un altro anello alla catena metaforica – al reparto ospedaliero. Il titolo è esplicito: L’ora d’italiano. Il sottotitolo amplia l’orizzonte, estendendolo a scuola e materie umanistiche: dal “reparto”, insomma, si sconfinerà all’intero ospedale e si parlerà anche di “reparti” affini. Nella fattispecie, si tratta delle lingue classiche e, in particolare, per tradizionale centralità nei programmi liceali, del latino. L’editore del saggio, smilzo ma ad ogni pagina denso, è Laterza (121 pagine, anno di edizione 2010 http://www.laterza.it/).
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