La LIS – Lingua dei Segni Italiana – è la lingua dei sordi italiani. Già questo dato tautologico può suonare strano per alcuni: non c’è un linguaggio “sordo”, ma c’è la lingua dei segni italiana,come quella francese spagnola americana ecc. E hanno dei legami con la lingua parlata e la cultura di riferimento; al punto che la LIS, è considerata una lingua romanza (visiva). 
 
Non si sa quando siano nate le lingue dei segni, ma è ormai un dato condiviso che esistano da quando è sorta la prima comunicazione umana: alcuni linguisti e ricercatori affermano che testimonianze di lingue segnate erano presenti già nelle antiche civiltà in Cina, India, Mesopotamia, Egitto, Maya. In alcune comunità, per una forte presenza di persone sorde, la lingua dei segni è stata la modalità di comunicazione primaria tra persone sorde e udenti nell’isola di Martha’s Vineyard (Stati Uniti); l’Isla de Providencia (Colombia), Urubú-Kaapor (Brasile); villaggi nello Yucatec (Messico) e in in altre località.
 

La comunicazione gestuale dei sordi è quindi nota sin dall'antichità, ma era sempre stata considerata una semplice mimica, l’Accademia (tranne qualche isolato ricercatore qua e là in Europa) non se ne interessò per secoli. Fino al ventesimo secolo non era considerata una vera lingua, con un suo lessico e una suagrammatica, in grado di esprimere qualsiasi messaggio. Inizia ad essere studiata in tutto il mondo da un punto di vista linguistico scientifico solo a partire dagli anni '60 grazie al lavoro di William Stokoe, un ricercatore americano, che in Sign Language Structure: An Outline of the Visual Communication System of the American Deaf fu il primo a dimostrare la complessità di questa forma di comunicazione e a riconoscere la natura linguistica della lingua dei segni, l'elemento sequenzialenell'organizzazione della lingua dei segni e lasuddivide in unità minime. Da lì, vediamo esplodere ricerche sulla lingua visiva in ogni Paese del mondo.
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