In occasione della "giornata mondiale per la diversità culturale" parliamo dello stato delle rivendicazioni linguistiche berbere nel contesto nordafricano.

 
Salem Chaker è professore emerito di tamazight (lingua amazigh) all'Inalco (Institut national des langues et civilisations orientales) di Parigi e ricercatore all'Iremam (Institut de recherches sur les mondes arabes et musulmans) di Aix-en-Provence.
 
Tra i curatori della "Encyclopédie berbère", Chaker è anche autore di numerosi studi sulla sociolinguistica amazigh (ricordiamo la celebre opera "Berbères aujourd'hui", L'Harmattan, 1989).
 
Secondo l'accademico, gli avanzamenti registrati dalla rivendicazione berbera negli ultimi anni restano essenzialmente simbolici, essendo le concessioni fatte dagli Stati maghrebini (Algeria, Marocco) puramente formali.
 
Il futuro dell'identità amazigh, negata e repressa dai regimi nordafricani in epoca post-coloniale, dipenderà così "dal vigore delle mobilitazioni e dal rapporto di forza che la società civile e gli attivisti sapranno instaurare" con un'elite al potere ancora imbevuta di ideologia panaraba.
 
 
 
 
Si è conclusa da poco la celebrazione del 33° anniversario del Printemps amazigh (in Cabilia, Algeria. Ndt). La mobilitazione dei cittadini non è mancata, come ogni aprile. Che cosa pensa di questo fervore militante, che non sembra indebolirsi nemmeno tre decenni dopo gli eventi del Tafsut imazighen?
 
La ricorrenza e il tenore delle mobilitazioni testimonia il profondo radicamento sociale che ha assunto la rivendicazione amazigh, soprattutto in Cabilia.
 
E' una dimostrazione di forza per i militanti, che hanno resistito alla repressione, alle continue manovre di neutralizzazione e alle strategie di recupero della lotta identitaria da parte del regime. Una lotta che non si riduce alle aperture fumose o alle pseudo-risposte fornite dallo Stato.
 
Quali sono le sue considerazioni sulla dimensione assunta dalla questione amazigh in Nord Africa? Mi riferisco in particolar modo al riconoscimento ufficiale della lingua tamazight in Marocco, alla pressione popolare crescente esercitata dai berberi libici sulle nuove autorità e all'attitudine apparentemente refrattaria del governo algerino all'idea dell'ufficializzazione..
 
Non si può negare che, nel contesto nordafricano in generale, la questione abbia vissuto degli avanzamenti significativi. Ma per il momento questi avanzamenti, perfino in Marocco, restano essenzialmente simbolici.
 
Se parliamo di ricadute concrete, di misure volte ad assicurare la sopravvivenza e lo sviluppo della lingua e della cultura berbera, siamo ancora ben lontani dall'obiettivo. In tutti questi paesi le resistenze all'affermazione dell'identità amazigh restano forti.