Tanto che il Governo ticinese ha deciso di prendere carta e penna e scrivere una lettera, sia in tedesco sia in italiano, ai colleghi del Canton Argovia. Tutta colpa dei tagli ai finanziamenti per la scuola statale, di fronte ai quali i politici locali hanno risposto decidendo di tagliare i fondi per un idioma che in fondo non hanno mai sentito loro

Como, 15 dicembre 2013 - Bistrattato in Patria Dante rischia di diventare addirittura fuorimoda in Svizzera, tutta colpa dei Cantoni di lingua tedesca che vorrebbero fare dell’italiano una lingua facoltativa, da studiare alla stregua dello spagnolo o del latino, nel corso dell’ultimo anno della scuola dell’obbligo. La secessione linguistica, in spregio all’articolo 4 della Costituzione Federale (in cui si definiscono lingue ufficiali il tedesco, il francese, l’italiano e il romancio), è partita nel Canton Argovia, uno dei più a nord della Confederazione. Tutta colpa dei tagli ai finanziamenti per la scuola statale, di fronte ai quali i politici locali hanno risposto decidendo di tagliare i fondi per un idioma che in fondo non hanno mai sentito loro.

Una posizione che ha provocato l’insurrezione del Canton Ticino e del Canton Grigioni, dove invece l’italiano è la prima lingua. Tanto che il Governo ticinese ha deciso di prendere carta e penna e scrivere una lettera, sia in tedesco sia in italiano, ai colleghi del Canton Argovia. «Pur essendo il nostro un Cantone italofono l’insegnamento del tedesco è materia obbligatoria – spiegano ai colleghi i governanti del Ticino – Ciò per la consapevolezza che la coesione nazionale poggia anche e soprattutto sulla reciproca comprensione».

A supporto della loro tesi i ticinesi citano anche il rapporto della Commissione svizzera di maturità dalla quale è emersa l’ingiusta penalizzazione dell’insegnamento dell’italiano nei licei elvetici. La missiva si conclude ricordando ai colleghi dell’Argovia che il Consiglio di Stato, insieme al Canton Grigioni, ha istituito lo scorso anno un Forum per l’italiano in Svizzera, il cui obiettivo è quello di promuovere il plurilinguismo e di restituire dignità di lingua nazionale di fatto all’italiano.

Nelle ultime settimane infatti ha preso il via un progetto per rendere più gradevole l’insegnamento della nostra lingua, utilizzando strumenti più accessibili ai giovani come i fumetti o le up sugli smartphone. Così anziché annoiarsi studiando la grammatica e i tempi dei verbi, gli studenti elvetici imparano l’italiano attraverso i film di Federico Fellini e le commedie di Aldo, Giovanni e Giacomo, mentre Dante e Virgilio sono stati trasformati nei protagonisti di un cartoon interattivo che attraverso i gironi dell’Inferno spiega le principali regole della sintassi e della semantica. Tutto nella speranza che i più giovani, prima o poi, scoprano che l’italiano se non utile per trovare un lavoro, almeno è una lingua musicale e bella da sentire e da parlare. Proprio come nella versione originale di “Un pesce di nome Wanda”, per la serie cosa bisogna fare per sopravvivere.