BERNA - L'insegnamento di una lingua nazionale va promosso fin dalla scuola elementare e deve avere la precedenza sull'inglese. Ne è convinta la Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura (CSEC-N) del Consiglio nazionale che reagisce così alla decisione di alcuni cantoni svizzerotedeschi che vorrebbero posticipare l'insegnamento del francese, giustificandosi con l'eccessivo carico di lavoro per gli allievi più piccoli.

Per 13 voti a 8 e 2 astensioni, indica una nota odierna dei Servizi del parlamento, la CSEC-N intende completare - mediante un'iniziativa parlamentare - l'articolo 15 della Legge sulla lingue (LLing) precisando che l'apprendimento di una lingua nazionale comincia al più tardi due anni prima della fine della scolarità elementare.

In alternativa, per 7 voti a 4 e 11 astenuti, la CSEC-N propone - sempre mediante un'iniziativa parlamentare - che l'apprendimento della prima lingua straniera insegnata durante la scolarità obbligatoria sia una seconda lingua nazionale. Per molti cantoni tedescofoni ciò significherebbe dare la precedenza al francese invece dell'inglese.

Per poter mettersi all'opera, la CSEC-N dovrà attendere la decisione dell'omologa commissione degli Stati.

Stando al compromesso raggiunto dalla Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), l'insegnamento di una seconda lingua nazionale deve avvenire sufficientemente presto, in modo da poter disporre di solide basi alla fine della scuola dell'obbligo.

L'attuale modello 3/5 prevede l'apprendimento di due idiomi "stranieri" durante la scuola primaria: una seconda lingua nazionale e l'inglese. Nulla viene detto sull'ordine di introduzione dell'insegnamento, anche se nei cantoni tedescofoni l'inglese ha la precedenza. Tale compromesso integra il concordato HarmoS, entrato in vigore nel 2009, volto ad armonizzare l'insegnamento obbligatorio tra i cantoni.

La polemica sulle lingue è sorta dopo che Turgovia e Nidvaldo si sono detti favorevoli alla soppressione dell'insegnamento del francese alla scuola elementare. Altri cantoni come Sciaffusa, Lucerna o i Grigioni sembrano andare nella stessa direzione.

La decisione turgoviese ha suscitato molte discussioni, fuori e dentro il parlamento, compreso l'intervento del consigliere federale Alain Berset. Per i Romandi, la decisione di posticipare l'insegnamento del francese metterebbe in pericolo la coesione nazionale: le competenze in una seconda lingua nazionale al termine della scolarità obbligatoria non sarebbero sufficienti.

Ats