Intervista a Giovanni Agresti, presidente dell'Associazione LEM-Italia e responsabile della Conferenza Permanente "Giornate dei Diritti Linguistici".

Dal 2007 l'équipe italiana del progetto LEM organizza, con il sostegno dell'Università di Teramo e di altri partner istituzionali, un ciclo di convegni internazionali a cadenza annuale, le Giornate dei Diritti Linguistici. L'obiettivo principale di questa conferenza permanente è coinvolgere un numero piuttosto elevato di specialisti di varie discipline intorno a tematiche relative, principalmente, ai diritti linguistici come aspetto dei diritti umani e alla promozione delle lingue minoritarie in funzione dello sviluppo locale.

1) Buongiorno Professore, ci può spiegare prima di tutto cos'è il progetto Langues d’Europe et de la Méditerranée (LEM)?

GA: Il progetto LEM è stato ideato alcuni anni fa da Henri Giordan, uno dei maggiori specialisti di diritti linguistici. Nasce come portale delle lingue d’Europa e del Mediterraneo, e l’obiettivo principale è, attraverso la progressiva costruzione di una sorta di enciclopedia evolutiva delle varie lingue (nazionali ma anche e soprattutto regionali o minoritarie) dare loro visibilità valorizzandone la diversità e le rispettive produzioni culturali. Per far questo utilizza al meglio le risorse del Web - ergonomia, accessibilità, multimedialità, possibilità di aggiornare facilmente i dati sulle varie lingue, possibilità di dialogare in rete – correggendone i limiti – dubbia o scarsa affidabilità delle informazioni riportate, tendenza alla polemica o alla superficialità insita nel Web 2.0., “esoterismo” dei contenuti specialistici…

     

Più da vicino, nel portale LEM ogni lingua viene descritta da uno o più specialisti sul campo attraverso tre diversi livelli di approfondimento, presentati in un vero e proprio mini-sito: una presentazione generale, breve e discorsiva; una scheda tecnica, con gli elementi essenziali per collocare la lingua in questione nel più ampio panorama linguistico e culturale euromediterraneo; uno studio approfondito, che tocca anche i campi dell’economia del territorio, dell’editoria, dell’associazionismo ecc. Insomma, si tratta di un portale destinato al grande pubblico oltre che alla comunità scientifica. E questo tipo di risorsa, così concepita, attualmente non esiste in Rete.

2) Ci può tracciare brevemente un panorama delle vostre attività in Europa ed in Italia?

 

GA:L’incontro con Henri Giordan, che personalmente avevo già incrociato in qualche congresso in Occitania, è avvenuto nel 2007, all’indomani della prima edizione del nostro convegno internazionale annuale “Giornate dei Diritti Linguistici”. Intenti comuni ci hanno portato a lavorare insieme, dapprima integrando il convegno nel portale LEM, attraverso l’edizione degli Atti on line, la diffusione di articoli e saggi, la presentazione di eventi a venire; successivamente, nella costituzione progressiva della rete di corrispondenti delle lingue d’Italia, rete di cui sono il coordinatore. Attualmente, tra rete italiana e francese, sono in diverse fasi di lavorazione le descrizioni di una ventina di lingue.

Abbiamo inoltre siglato una convenzione con l’Associazione dei Professori di Portoghese di Lisbona per il trattamento delle lingue del Portogallo e moltiplicato accordi e contatti con svariati enti locali o istituzioni (Regione Corsica, Biblioteca Nazionale del Marocco, Comunità francese del Belgio, I.S.I.T. di Trento, alcuni comuni italiani ecc.)

Abbiamo presentato il progetto in alcune importanti occasioni, in particolare il Festival della Scienza di Genova (2007), insieme con Tullio De Mauro, le Seconde Giornate dei Diritti Linguistici (2008), la 11a conferenza dell’Accademia Internazionale di Diritto Linguistico di Montréal alla Fondazione Gulbenkian a Lisbona (2008), il 5° numero della rivista franco-italiana “Synergies Italie” (2009), e nel luglio prossimo parleremo del progetto LEM durante la 33esima Università Occitana d’Estate di Nîmes…

Direi però che, da un punto di vista dell’evoluzione strutturale del progetto, la più importante novità è la costituzione di un gruppo LEM-Italia, grazie all’apporto di alcuni linguisti di alto livello, come Tullio Telmon, Alberto Sobrero, Walter Meliga, Annarita Miglietta, Michele De Gioia, Rachele Raus, distribuiti su più università: Torino, L’Aquila, Teramo, Lecce. Questo gruppo è divenuto nel maggio 2008 un’Associazione di promozione sociale, l’“Associazione LEM-Italia”, che da quest’anno organizza, con un ampio ventaglio di partners istituzionali, le Giornate dei Diritti Linguistici (“GDL”, siamo arrivati alla Terza Edizione) e il Festival delle letterature minoritarie d’Europa e del Mediterraneo.


 

Le GDL, anno dopo anno, si stanno sviluppando sempre più, quantitativamente e qualitativamente: per darle un’idea, quest’anno il convegno si è svolto su due sedi (Università di Teramo e Faeto, isola alloglotta francoprovenzale in provincia di Foggia), durante quattro giornate estremamente dense (20-23 maggio), e ha visto la partecipazione di una cinquantina di studiosi provenienti da 17 paesi diversi, anche extraeuropei. Stiamo già lavorando all’edizione 2010, che dovrebbe svolgersi tra l’Abruzzo e il Salento…

Infine le annuncio che sta nascendo in queste settimane una nuova collana di studi, “Lingue d’Europa e del Mediterraneo”, articolata in otto sottocollane e pubblicata sia on line nel portale sia nella tradizionale veste cartacea. La Collana sarà in primo luogo uno strumento per approfondire e aggiornare questioni e dibattiti aperti nel portale LEM. Di quest’ultimo, la Collana condivide non solo i temi, ma anche l’accessibilità: essa persegue infatti, sia a livello editoriale sia nel linguaggio critico, la massima semplicità e l’ergonomia nella trasmissione dei saperi.

Questa particolare cura è dovuta alla ferma intenzione di sviluppare il rigore dell’analisi nel senso di una ricaduta sociale delle varie ricerche ispirate alla promozione, diretta o indiretta, delle lingue d’Europa e del Mediterraneo – ufficiali, nazionali o anche regionali e/o minoritarie.

Come vede i cantieri sono molto numerosi… ma il tempo per seguirli tutti non è altrettanto abbondante!

3) Qual è il vostro rapporto con istituzioni europee, italiane e locali? Quali sono i vostri interlocutori preferenziali?

GA:Mi verrebbe da dire che i nostri “interlocutori preferenziali” sono tutti quelli che credono come noi nell’importanza del progetto! E che sono disposti a investire energie, valori simbolici e, laddove possibile, risorse economiche per sostenerlo.

Il Ministero della Cultura francese, attraverso la DGLFLF (Délégation à la Langue Française et aux Langues de France) ha sostenuto anche economicamente il LEM sin dall’inizio consentendone la nascita attraverso la messa on line di una prima versione del portale.

A livello d’istituzioni europee, il Consiglio d’Europa e in particolare il Segretariato della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, diretto da Alexey Kozhemyakov, è sicuramente un interlocutore prestigioso, che sostiene dal 2008 le GDL. Come ha tenuto a dire Kozhemyakov nel suo discorso di apertura delle Terze Giornate dei Diritti Linguistici, il nostro convegno è ormai considerato dal Consiglio d’Europa uno dei grandi appuntamenti europei in tema di diritti linguistici.

Per quanto riguarda le istituzioni italiane, di concreto al momento ci sono accordi puntuali con singole amministrazioni, come ad esempio il Comune di Faeto.

Diciamo che siamo ancora “giovani”, e la rete di contatti istituzionali deve ancora irrobustirsi… in particolare vorrei che fossimo un po’ più profeti in patria, e che non solo a livello ministeriale ma anche a livello locale, le istituzioni (teramane in particolare: Comune, Provincia, ma anche istituti di credito ecc.) vedessero questo ampio e articolato progetto come un’opportunità e un’eccellenza su cui scommettere e investire risorse. In effetti, le azioni che si riferiscono direttamente o indirettamente al progetto LEM, oltre a portare a Teramo messi di studiosi da tutto il mondo, coinvolgono a vario titolo ogni anno diverse decine di studenti dell’Università di Teramo (attraverso tesi di laurea triennale e specialistica sulle lingue minoritarie e lo sviluppo locale o sui diritti linguistici; attraverso tirocini formativi e la partecipazione ai lavori delle GDL; attraverso la mobilità internazionale corroborata da accordi Socrates-Erasmus come nel caso della convenzione con l’Università della Corsica “Pasquale Paoli” di Corte, nostro interlocutore privilegiato per lo sviluppo del portale LEM ecc.)…

4) Qual è la situazione delle minoranze linguistiche in Italia anche in relazione al resto d'Europa?

GA:A questa domanda, estremamente importante e complessa, mi limiterò a risponderò molto brevemente. In Italia disponiamo di una legge nazionale dal 1999, la 482, non immune da storture ma giudicata oggi piuttosto positivamente, che applica dopo oltre mezzo secolo il principio costituzionale contenuto nell’art. 6 (“La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”). Quindi a livello di “paletti giuridici”, rispetto a quello che accade in molti paesi europei, siamo messi piuttosto bene, al punto che la non ratifica da parte dell’Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del Consiglio d’Europa non rappresenta un grave problema, in quanto la legge nazionale e le varie leggi regionali la superano per portata. Ma è chiaro che nessuna legge potrà mai salvare una lingua imponendone l’uso in seno a una data comunità. Quindi, per conoscere quale sia la reale situazione delle minoranze linguistiche in Italia bisogna guardare queste realtà molto da vicino, una ad una, verificando in particolare il parametro della trasmissione intergenerazionale della lingua e della creazione contemporanea in lingua minoritaria, indice non solo di vitalità ma anche di rinnovamento. Ho proposto una sintesi della situazione italiana su una rivista francese, “Diasporiques”, e l’articolo è riportato nel portale LEM, in libero accesso, insieme con un articolo di Henri Giordan circa la situazione francese (http://portal-lem.com/fr/actualites/la_question_des_langues_en_france.html).

In conclusione tengo a esprimere una forte convinzione personale, condivisa dai membri del LEM-Italia: oggi la grande scommessa, e verosimilmente il nostro maggiore obiettivo sia come Associazione LEM-Italia sia come progetto LEM tout court, è far comprendere al grande pubblico che la protezione e la promozione delle lingue di minoranza non devono essere percepite come questioni riservate ai membri di tali gruppi minoritari, ma riguardano la società civile nel suo insieme: perché ogni lingua è un valore, è un patrimonio di conoscenze, è un modo di tessere fittamente il tessuto sociale, un canale per far incontrare le generazioni. Ogni lingua dischiude una nuova dimensione interiore, logica e relazionale che possiamo acquisire, adottare, un potenziale contrappeso culturale, e quindi ideologico, all’omologazione.