Già nella teoria dello studioso Sergei Starostin, era stata ipotizzata una parentela tra le lingue samoiede dello Jenisej, parlate in Siberia centrale e le lingue Na-Denè, parlate nel Nord America.

Egli, infatti, le raggruppa nella famiglia linguistica denecaucasica, insieme alle lingue caucasiche settentrionali, le lingue sino-tibetane e il basco.
Una teoria recente, questa, che mette in discussione la classificazione di "lingua isolata", cioè senza parentela con alcuna altra lingua del mondo, che era stata attribuita, precedentemente, ad alcuni di questi idiomi, come ad esempio il basco e il ket, del gruppo dello Jenisej.
La teoria della famiglia linguistica denecaucasica, è stata avvalorata, un anno fa, da un altro studioso: il Prof. Edward Vajda, della Western Washington University, che, dopo 15 anni di studi, comparando i vocaboli e la grammatica, della lingua appartenente alle popolazioni viventi presso il fiume Jenisej, con quelli appartenenti alle lingue Na-Denè del Nord America, ha trovato molti elementi in comune fra i due idiomi; a sostegno di questa ipotesi, inoltre, vi sono degli studi biologici, condotti nel 2002, che dimostrano una minore differenza genetica tra i locutori Na-Denè e le genti eurasiatiche, rispetto a quella degli stessi Na-Denè con altri nativi americani.
Secondo la classificazione delle lingue aborigene nordamericane, fatta da Joseph Greenberg, linguista e antropologo statunitense, il gruppo Na-Denè è uno dei tre gruppi principali delle lingue native americane, insieme al gruppo eskimo-aleutino, parlata in Siberia, Alaska, Artico canadese e Groenlandia, e al gruppo delle lingue amerinde, che include in modo generale il restante numero di parlanti.
Il Na-Denè, sempre secondo questa teoria, è stato introdotto nel Nord America attraverso una distinta migrazione, dallo stretto di Bering, di popoli provenienti dall'Asia.
Da queste informazioni e da altre di carattere archeologico, è stato dedotto che i nativi americani discendono dai siberiani.
Si ipotizzano anche delle somiglianze linguistiche con il gruppo eskimo-aleutino.
La famiglia Na-Denè comprende l'athabaska, l'eyak e il tlingit.
L'eyak si è estinta nel 2008 con la morte di Marie Smith Jones, nel gennaio 2008.
Il Tlingit conta 700 parlanti.
L'Athabaska è diviso in athabaska del nord, del pacifico e meridionale.
Tra le lingue Athabaska la più parlata è il Navajo, facente parte delle lingue apache; essa è parlata prevalentemente in Arizona e nel Nuovo Messico; è la lingua con maggiori possibilità di sopravvivenza tra le lingue degli Indiani d'America.
E' un idioma molto complesso, sia per la classificazione delle vocali (breve, lunga, nasale), e le tonalità di queste (alto, basso, acuto, calante), sia per quella delle consonanti, che sono divise in cinque gruppi, con diverse sottoclassificazioni.
Grammaticalmente, l'uso prevalente dei prefissi sui suffissi è uno degli elementi che lo lega alle lingue della famiglia dello Jenisej, ma la complessità maggiore di questa lingua la riscontriamo nella struttura del verbo, che è l'elemento più interessante; infatti nel Navajo, viene espresso con il verbo il significato che, in altre lingue, viene reso con un sostantivo.
Ad esempio, per esprimere la parola "orologio", viene usato un verbo il cui significato è: "una cosa che si muove lentamente in cerchio".
Molto interessante è anche il fatto che il Navajo abbia radici verbali, che classificano un oggetto secondo la forma o altre sue caratteristiche fisiche e quindi anche in base al movimento; ci sono undici radici verbali classificatorie soltanto per gli oggetti spostati a mano!
Inoltre la grammatica contraddistingue diversi gradi di caratteristiche animate e i verbi vengono usati a seconda della classificazione nella quale rientrano i sostantivi.
L'essere umano ha il grado più alto di caratteristica animata; esso, in base a questa qualità, viene posto nella frase al primo posto rispetto ai sostantivi di grado più basso.
Una civiltà complessa nella struttura della lingua e anche nei contenuti, come si può vedere anche dai testi di alcuni canti degli Indiani d'America: http://www.qualcosadime.net/NN_indiani.htm .
Le lingue Jenisej, chiamate così perché parlate dalla popolazione abitante presso il fiume Enjsei, nella Siberia centrale, erano composte da sei dialetti: lo Yugh, estinto intorno al 1980; il Kott, che, a partire dal 1840, si fuse con la lingua russa; l'Assan, che si fuse con l'Evenki, una lingua tungusa parlata a est dello Enisej; l'Arin, che si  fuse con la lingua degli Hakassi, parlata a sud del fiume Enisej e il Pumpokol, estinto anch'esso; l'unico idioma sopravvissuto è il Ket, parlato attualmente da circa 200 persone; è proprio in questa lingua che, il ricercatore Edward Vajda, ha riscontrato molte somiglianze con le lingue Na-Denè, soprattutto nell'uso prevalente dei prefissi su quello dei suffissi.
Anche questa è una lingua che si presenta piena di contenuti di rilievo, come possiamo constatare dai canti, pieni di magia, di Maria Etneut, l'ultima sciamana della Kamchatka.