Raymond Schwartz, nel periodo compreso fra il 1920 e la seconda guerra mondiale, era noto nel movimento esperantista per il suo umorismo, a dispetto della sua professione di direttore di banca; molti testi in rima da lui presentati in cabaret parigini, da lui fondati e diretti in quell’epoca, o nella rivista La Pirato (non serve tradurre il titolo) furono pubblicati con successo. In prosa scrisse racconti e un breve romanzo, Anni kaj Montmartre. Protagonista è Anni, una ingenua ragazza tedesca trascinata a Parigi da un sedicente “fidanzato”, e poi lì abbandonata in mezzo ad un mondo di prostituzione e di sfruttamento, descritto con una prosa che allora poteva sembrare quasi scandalosa e che adesso si può definire pudica. Le disavventure di Anni, che riesce a sopravvivere con umiliazioni ma con una ammirevole fierezza interiore, sono descritte con partecipazione, ma anche con una vena sottilmente umoristica; Anni pagherà il suo “protettore” attingendo ai risparmi che si era provvidenzialmente portata appresso, e quando saranno finiti riuscirà a cogliere un improbabile, ma quasi commovente, lieto fine. L’attività di romanziere di Raymond Schwartz non finisce qui; lo ritroveremo dopo la guerra con un’opera di maggior peso.