Il 2 gennaio 1977 andò in onda per la prima volta dalle antenne di Radio Vaticana un programma in lingua esperanto. 38 anni dopo, e precisamente il 1° febbraio 2015, è andata in onda la trasmissione numero 5000.
Ripassiamo un po' la storia di queste trasmissioni e conosciamone la realtà odierna.

L'esperanto aveva fatto già "capolino" dalle antenne della Radio del Papa nell'aprile 1976, quando si cominciò, nel corso di un programma notturno di musica a trasmettere brani evangelici e di meditazione anche in esperanto.

Da tanti anni i cattolici esperantisti andavano chiedendo che Radio Vaticana inserisse anche l'esperanto tra le lingue in cui trasmetteva: una richiesta in tal senso era stata presentata anche a Papa Paolo VI, nel 1966, quando questi aveva ricevuto in udienza privata il direttivo dell'Unione esperantista cattolica internazionale (IKUE).


Molte lettere furono inviate in tal senso, da moltissimi paesi del mondo. Finché, "un giorno - raccontò poi il
primo redattore capo delle trasmissioni, il domenicano Padre Giacinto Jacobitti - mi chiamarono dalla direzione della Radio e mi dissero che volevano parlare con me". Era, in effetti, la notizia tanto attesa: all'IKUE veniva concesso "uno spazio d'antenna", perché potesse trasmettere un notiziario in lingua esperanto. Un programma "ospite" effettuato da volontari gratuitamente.

Il 2 gennaio 1977 si partì. Padre Jacobitti fu redattore capo, fino al 1980, quando gli subentrò Padre Battista
Cadei, sacerdote della diocesi di Bergamo. Nel 1988 fu la volta di Padre Carlo Musazzi, barnabita. Dall'inizio del 2001 svolge il ruolo di responsabile Carlo Sarandrea, un laico di Roma.

All'inizio la trasmissione era domenicale con 10 minuti di trasmissione. Nel 1980 si aggiunse una seconda
trasmissione di 14 minuti al giovedì, che fu poi spostata al mercoledì. Nel 1998 venne introdotta una terza trasmissione al giovedì.

L'esperanto inoltre è usato per letture bibliche durante la Messa in latino, nei giorni di festività non domenicali.

Le trasmissioni regolari sono 3 alla settimana, per un totale medio di 26 minuti, che informano sull'attività e sul Magistero della Chiesa e del Papa. Si presentano notizie sull'azione dei cristiani nel mondo (carità, ecumenismo, dialogo interreligioso, sugli avvenimenti mondiali, con particolare riguardo a tematiche
umane e sociali). Non mancano notizie dal movimento esperantista e sui problemi linguistici. Fra gli appuntamenti fissi vi sono: il commento del Vangelo del giorno (trasmissione della domenica), l'Udienza generale del Papa (trasmissione del mercoledì), il dialogo con chi ci scrive. Spesso vengono intervistati esperantisti di passaggio a Roma.

Anche se il "palinsesto" è rimasto pressoché immutato, molto spesso le 5000 trasmissioni hanno potuto
proporre momenti "unici". Ne citiamo due, non potendo elencarli tutti: 14 agosto 1991: a Czestochowa (Polonia) un Papa, San Giovanni Paolo II, usò per la prima volta durante un incontro pubblico anche l'esperanto. 13 marzo 2013: la notizia dell’elezione del nuovo Pontefice, Francesco, viene trasmessa dal programma esperanto pochi minuti dopo l’annuncio in San Pietro (in verità fu “complice” il giorno e l’orario della trasmissione settimanale, che coincise con il momento della chiusura del Conclave).

L’uditorio delle trasmissioni ha una caratteristica definita: molto spesso è composto da non cattolici o addirittura non credenti, che ascoltano Radio Vaticana in nome della comune lingua.

Con molti degli ascoltatori si sono instaurati rapporti di viva cordialità e spesso questi condividono esperienze ed eventi personali. Un amicizia condotta "digitalmente", ma non per questo meno significativa e
profonda.