Mercoledì 20 giugno siete invitati, tutti e ciascuno anche con le proprie famiglie, al Politecnico di Milano perché l'italiano non deve fare la fine del tibetano. Tutti coi forconi (gonfiabili, ovviamente) contro il genocidio linguistico degli italiani deciso al Politecnico milanese. 

Sono centinaia e centinaia il libri italiani che verranno sostituiti da quelli inglesi.
Una cosa del genere non è mai accaduta in Europa né sotto occupazione nazista né nell'Europa dell'Est sotto il regime sovietico!
Tutto il sangue versato e le vite immolate per la libertà degli italiani attraverso un Risorgimento, tre guerre d'Indipendenza Italiane, 2 guerre mondiali e una Resistenza antifascista italiana... per ritrovarci discriminati come italiani nelle nostre stesse università statali!
"E' una follia!" come ha dichiarato il Giudice della Corte Costituzionale Paolo Grossi.
 

In barba a tutte le raccomandazioni del Consiglio Europeo in materia di multilinguismo, in barba all'articolo 3 della Costituzione Italiana, in barba alla lingua ed al futuro delle generazioni italiane, il Politecnico di Milano, con il benestare del Ministro Profumo, non intende più utilizzare la lingua italiana nei suoi Corsi di Laurea Magistrale, che saranno esclusivamente in lingua inglese.

La sottomissione linguistica del Rettore del PoliMi e di chi lo sostiene non può e non deve essere condivisa. Far studiare i nostri giovani solo in inglese, in una lingua a bassa definizione, com'è qualsiasi lingua che non sia la propria, porta ad uno scadimento della formazione stessa.
Così lo Stato, ma anche gli studenti, avranno da un’Università statale un doppio danno: una formazione scadente (già in atto peraltro con il passaggio al 3+2) e, insieme, ingegneri, architetti, disegnatori industriali di bassa qualità e privi del lessico professionale italiano atto a comunicare con connazionali e amministrazioni.


Per questo ci troveremo mercoledì 20 giugno dalle ore 10 alle 15 di fronte al Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci 32, per protestare contro questo provvedimento assassino della notra lingua nel nostro Paese.