«Dopo che il Governo italiano aveva perorato la causa del monopolio anglofono sui brevetti, contro la scelta oligopolista anglo-franco-tedesca, non stupisce che la Corte di Giustizia europea abbia respinto il ricorso presentato da Italia e Spagna contro la decisione del Consiglio che ha autorizzato la cooperazione rafforzata nel settore del brevetto unitario. 

Il pronunciamento della Corte Ue conferma il regime linguistico che, di fatto, i popoli forti del nord vogliono imporre ai popoli del sud Europa, come Italia e Spagna.

Non si costruisce una federazione democratica di Stati quando nell’Unione la discriminazione linguistica e, conseguentemente, quella economica, regna sovrana e indisturbata». Questo il commento del Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto, Giorgio Pagano.

«La situazione appare veramente grave e compromessa - prosegue il Segretario dell’Era - se lingue come l’italiano, la quarta lingua più studiata al mondo, e persino lo spagnolo, quella con più madrelingua dopo il cinese, vengono relegate in un angolo.
A questo punto non c’è più alcun dubbio sul cammino oligarchico intrapreso dall’Unione, dove, apparentemente, si conquista l’egemonia e si fa competizione economica escludendo alcuni popoli, eliminandone la lingua e rendendone le popolazioni mute o asservite».

«La tanto auspicata integrazione europea, in nome della quale la Corte di Giustizia ha legittimato la cooperazione rafforzata, può essere raggiunta solo attraverso l’adozione della lingua federale, l’Esperanto, che, in tempi relativamente brevi, può porre rimedio ai problemi legati ai costi di traduzione e a quelli legati alla concorrenzialità delle imprese ed aziende che ricorrono al brevetto europeo», ha concluso il dirigente radicale.