Giorgio Pagano, Segretario della Esperanto Radikala Asocio, firma la lettera indirizzata agli esperti di economia linguistica.

"The Economics of Language Policy" è il nome della conferenza-convegno che si aprirà domani a Venezia e terminerà il 27 luglio. Organizzata da Bengt-Arne Wickström (Università Humboldt di Berlino), comprenderà alcuni fra i più grandi esperti mondiali di politiche linguistiche, fra cui Victor Ginsburgh (Université Libre de Bruxelles), François Grin (Université de Genève) e Stephen May (University of Auckland).
L'ERA nella fase di presentazione dei "research papers" richiesti non ha potuto partecipare in quanto impegnata nell'organizzazione del grande convegno sulla "internazionalizzazione della e nella lingua italiana" alla Camera dei Deputati ha, però, inviato una densa lettera aperta agli organizzatori e partecipanti. Anche in seguito all'interesse dimostrato dallo stesso Wickström per la pubblicazione da parte dell'ERA del Codice Doganale europeo in Esperanto, in occasione della quale lo studioso tedesco ha mandato un bell'intervento che è stato letto in conferenza stampa, la Esperanto Radikala Asocio ha voluto rivolgersi a tutti coloro che parteciperanno alle giornate veneziane chiedendo un piano operativo per l'introduzione della Lingua Internazionale (detta Esperanto) e, nel contempo, un maggiore sforzo nell'individuazione dei benefici che possono derivare dalla federazione linguistica del continente, particolarmente nei settori dell'informatica, della difesa e dell'informazione.
Scrive Giorgio Pagano, Segretario dell'ERA onlus, nel documento in questione:
"siamo perfettamente coscienti di quanto sia stato proprio il multilinguismo a portare al monopolio anglofono in Europa, nonostante il fatto che la Gran Bretagna sia la nazione più antieuropeista in assoluto.
Così come la Comune di Parigi portò a Napoleone, il multilinguismo ha portato, a "furor di popolo" alla dittatura linguistica inglese in Europa.
Noi siamo a favore del federalismo linguistico con la Lingua Internazionale (detta Esperanto) che garantisce, col suo essere non etnica, la giustizia e la democrazia linguistica europea e mondiale. Ora abbiamo però bisogno di andare avanti politicamente, sempre sul fronte economico europeo, ma attraverso studi e approfondimenti che stimino non più i costi della non comunicazione linguistica europea, bensì i guadagni della comunicazione federale europea.
E' questo è il motivo principale di questa nostra lettera, valutando, come ormai politicamente superati nei fatti, alcuni temi ancora inerenti il multilinguismo e la diversità linguistica ma considerando importante il vostro aiuto se indirizzato in una chiave di patriottismo europeo che subito deve affermarsi pena la fine sempre più incombente del benessere europeo. […]Aiutateci quindi a conquistare un nuovo diritto umano fondamentale all'Europa e al mondo: quello del diritto ad una lingua comune della specie umana in quanto tale e non in quanto appartenenza etnica.
Serve – si legge ancora nella lettera - un Piano per l'introduzione della lingua federale europea così come c'è stato un piano per l'introduzione dell'Euro, con l'evidente differenza però che, in questo caso, l'Euro linguistico serve a liberare il mercato delle lingue dal monopolista anglofono e a salvaguardare le lingue europee. Quali le tappe per definire un tale progetto esecutivo per la lingua federale? Sareste in grado di aiutarci nel definirlo?".