L'imparare una lingua straniera lascia il segno sul cervello. L'apprendimento di un secondo idioma, infatti, ha effetti sulla struttura cerebrale ed è determinate l'età in cui i bambini imparano. Con un apprendimento molto precoce, infatti, lo sviluppo dell'organo è normale e uniforme. Se invece avviene più tardi - nei piccoli che già dominano bene la propria lingua - la struttura cerebrale si modifica: vengono infatti stimolate la crescita dei neuroni e delle loro connessioni. Sono i risultati di uno studio congiunto delle università McGill (Canada) e Oxford (Gb), pubblicato su 'Brain and Language'. La ricerca, diretto da Denise Klein, ha coinvolto 66 persone (maschi e femmine) bilingue e 22 monolingue canadesi, sottoposti a risonanza magnetica con l'aiuto di un programma informatico. I risultati indicano che lo sviluppo del cervello è simile se si apprendono una o due lingue dalla nascita. In chi comincia più tardi, invece, avviene una modificazione della cortex frontale inferiore del cervello. Questi risultati, secondo gli autori, lasciano pensare che l'apprendimento di una seconda lingua dopo la prima infanzia stimoli una crescita neuronale. Un risultato comparabile, per quanto riguarda le abilità motorie complesse, alla pratica della giocoleria. "Più l'acquisizione della seconda lingua avviene in ritardo durante l'infanzia - spiega Denise Klein - più i cambiamenti della cortex frontale inferiore sono evidenti. Il nostro studio indica come l'età di apprendimento di una lingua sia cruciale". Per gli scienziati, inoltre, anche le difficoltà di alcune individui ad apprendere da grandi una seconda lingua trovano una spiegazione nella struttura del cervello.