25.08.2003 Nova Sento

Un momento questo particolarmente felice per l'esperanto sulla stampa
italiana,
solitamente insensibile all'offerta esperanto presentata sempre al massimo
come una passione di gioventù. I principali opinionisti hanno sempre troncato
frettolosamente il discorso o perché convinti (o rassegnati) che ormai si
parlerà
solo inglese o perché incredibilmente sicuri non vi sia tale pericolo.
Tutti comunque molto scarsamente informati.

A parte numerosi articoli che, pur trattando argomenti politico-linguistici,
sono apparsi nelle pagine locali tra cui: Il Tempo: In Europa c'è troppo
inglese;
Il Messaggero: La Comunità europea penalizza i cittadini non di lingua
inglese;
La Cronaca Locale: Il predominio angloamericano e l'imposizione dell'inglese;
Abruzzopress: Torna di moda l'esperanto; Il Centro: Un comitato teatino
prepara
nuove iniziative per contrastare discriminazione e imbarbarimento della
comunicazione, tutti articoli in cui si caldeggia la soluzione esperanto,
tale tematica è apparsa con l'estate anche nella grossa stampa.

Sulle pagine nazionali si è avuto il 15 luglio su La Stampa un articolo del
Prof.
Renato Corsetti de La Sapienza di Roma dal titolo : "Il sogno di un nuovo
esperanto", in cui commentando la recente scoperta sulle funzioni celebrali
specifiche dell'area del Broca si sono puntualizzati alcuni aspetti di tale
lingua.

Nel numero di luglio de Il Mio Computer si è scritto :"L'esperanto è una
lingua nata per facilitare la comunicazione tra persone di paesi diversi" e
si è invitato ad impararlo senza grandi fatiche nel Kurso de esperanto
del brasiliano Pereira che è stato allegato in CD-Rom.

Ma il boom si è avuto in occasione del recente congresso mondiale di
esperanto di Goteborg, che ha provocato una vera ondata di informazioni
sull'incontro sia in pagine locali dei luoghi del delegati (solo a Chieti ben
7 articoli) sia in prestigiose riviste internazionali come Newsweek, che in
un lungo articolo dal titolo "Torna di moda un idioma sviluppato da un
idealista del 19°secolo" afferma tra l'altro: "L'esperanto sembra una lingua
perfetta per l'età moderna in cui libero scambio, immigrazione e Internet
abbattono le barriere e attivisti, intellettuali e hobbisti di tutto il mondo
possono comunicare come mai è stato possibile".

Di rimando nel supplemento de La Repubblica Il Venerdì, uscito a ferragosto,
all'esperanto si sono dedicate ben 4 pagine con un articolo che riproduce
quanto scritto da Newsweek ma con il titolo. "Esperanto, la lingua che non
c'era è diventata no global" e pone in evidenza: "L'inventore si faceva
chiamare
Doktoro Esperanto . Ma l'idioma che doveva abbattere
i confini non attecchì mai. Anche perché da Hitler a Saddam i tiranni l'hanno
combattuto. Eppure, oggi è rinato. Complice il web. E la riscossa di
mezzo mondo che non ci sta a parlare solo l'americano".

A corredo dell'articolo una decina di fotografie di scritte didattiche,
di Zamenhof ecc.

In campo internazionale oltre al citato Newsweek ci è capitato di leggere
tra gli altri il lungo articolo "Esperanto ist eine Sprache des Friedens"
(l'E. è una lingua della pace) su Sindelfinger Zeitung, "Verstaendigung
ohne Dolmetscher" (capirsi senza interpreti) su Mitteldeutscher Zeitung
e "Zwei Tonnen Esperanto-Buecher" (due tonnellate di libri in esperanto
(venduti durante il congresso di Goteborg)) in Nordwest Zeitung mentre
nell'americano Commercial Times in un articolo di tecnologia informatica
dal titolo "Internet Esperanto" si ripete l'ingenua versione dell'origine
dell'esperanto voluto per far cessare ogni odio tra gli uomini.