Scontri fra manifestanti e polizia nel Paese, da Kiev a Kharkiv.

Scontri tra simpatizzanti dell'opposizione e la polizia si sono verificati nella notte tra il 3 e 4 luglio a Kiev dopo che il parlamento ucraino ha approvato una legge per far diventare il russo lingua ufficiale nelle 13 regioni in cui è particolarmente diffuso, praticamente metà del Paese.

Secondo l'agenzia Interfax, circa 500 persone sono scese in piazza per protestare, ma sono state disperse da 200 agenti delle forze speciali.
USO DI LACRIMOGENI. I manifestanti sostengono che la polizia abbia usato anche dei lacrimogeni, mentre secondo le forze dell'ordine sarebbero state delle «persone non identificate» e con «addosso delle maschere» a usare «dei gas» contro la polizia.
PARLAMENTARI IN PIAZZA. Tra i dimostranti c'erano anche alcuni parlamentari dell'opposizione, tra cui Arseni Iatseniuk, leader del Fronte per il cambiamento. Con la nuova legge, che deve essere ancora ratificata dal capo di Stato, diventano lingue ufficiali regionali gli idiomi che a livello locale sono parlati almeno dal 10% della popolazione.
MOSSA ELETTORALE DI IANUKOVICH. La lingua nazionale resta l'ucraino, ma il russo ottiene lo status di lingua ufficiale in metà delle regioni dell'ex repubblica sovietica: quelle orientali e meridionali, dove il presidente Viktor Ianukovich ha il proprio feudo elettorale e la lingua preponderante è appunto il russo. Per questa ragione, l'opposizione (filo-occidentale) ritiene che si tratti di un'iniziativa elettorale in vista delle parlamentari di ottobre, oltre che di una minaccia all'integrità dello Stato.
SI DIMETTE IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO. Il presidente della Verkhovna Rada (il parlamento ucraino), Vladimir Litvin, ha presentato le proprie dimissioni dopo la decisione di far diventare il russo lingua ufficiale in metà Paese. La commissione parlamentare che si occupava del ddl aveva ricevuto più di 2 mila emendamenti a riguardo.
Per diventare legge a tutti gli effetti, il ddl deve essere firmato dallo stesso presidente del parlamento e dal presidente della Repubblica, ma la ratifica da parte del primo è solitamente considerata una pura formalità.
SCONTRI VICINO A TIMOSHENKO. Disordini sono stati registrati anche a Leopoli, roccaforte politica dell'opposizione, e a Kharkiv, dove la leader dell'opposizione Yulia Timoshenko sta scontando una condanna a sette anni di reclusione per abuso di potere.