Era il 1922 e anche la Leonessa partecipava alla costruzione della nuova lingua

Brescia - A Brescia, la curiosità che poteva spingere verso la comunicazione, incardinata in un diverso registro di interpretazione, aveva modo di partecipare alle fasi iniziali del costituendo “Gruppo Esperantista Bresciano”, varcando la porta a sinistra, situata al pianterreno dello stabile al civico 24 di via Umberto I, attuale via Antonio Gramsci, per constatare i primi passi di un’esperienza locale di aggregazione, ispirata ad un internazionale metodo artificiale di espressione.

L’opportunità, disinvoltamente evidenziata fra le notizie sviluppate fra le “cronache bresciane”, pubblicate nell’edizione del quotidiano “La Provincia di Brescia” di venerdì 20 ottobre 1922, rappresentava una novità in quel periodo che, susseguente al Primo Conflitto Mondiale, vedeva aprirsi un’altra stagione storica dopo che, riguardo tale lingua, ideata dall’uomo, lo stesso giornale ne adduceva i vicini trascorsi, fornendo la constatazione che “al congresso esperantista che doveva avere luogo a Parigi nel 1914 e che non avvenne per lo scoppio della guerra, erano iscritti oltre 4000 esperantisti, rappresentanti più di 30 lingue parlate nelle diverse regioni del mondo”.

Leggi l'articolo di Luca Quaresmini - popolis.it