La sentenza di secondo grado riconosce la «discriminazione». I 23 idiomi dell’Unione sono tutti“ufficiali” e utilizzabili per lavoro

 
BRUXELLES

La pubblicazione in tre lingue (inglese, francese e tedesco) dei bandi di concorso dell’Unione Europea e l’obbligo di sostenere le prove di selezione in una di queste tre lingue costituiscono una «discriminazione» fondata sulla lingua. È quanto ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue, cui si era rivolta l’Italia, dopo che il Tribunale dell’Unione aveva respinto il ricorso del nostro Paese per l’annullamento di bandi solo in tre lingue.  

La Corte ricorda che il regime linguistico dell’Ue definisce come lingue ufficiali e lingue di lavoro delle istituzioni dell’Unione le 23 lingue attuali dell’Unione , che la Gazzetta ufficiale dell’Ue deve essere pubblicata in tutte le lingue ufficiali e che, secondo lo Statuto dei funzionari dell’Unione, i bandi di concorso generale devono essere pubblicati nella Gazzetta ufficiale.