Bizzarrie della scuola italiana, direttive europee raccolte a metà, quel minimo  per non farsi tirare le orecchie ma assolutamente inefficace a centrare l’obiettivo. Parliamo dell’insegnamento della seconda lingua alle scuole medie, una sorta di «apparizione» fugace, che dura solo per quei tre anni, ma non ha nè passato né tantomeno futuro.

E resta ancora  inappagato, tra studenti, professori e famiglie l’interrogativo sul’opportunità d’imparare, in questo secondo ciclo di studi, una seconda lingua, appesa nel nulla, da scegliere tra francese, tedesco e spagnolo (inglese obbligatorio per tutti).

In base alla riforma Gelmini,  infatti non è prevista, per nessun indirizzo delle superiori (a parte il linguistico), alcuna possibilità di continuare ad apprenderle e ad approfondirle.

Una virtuosa parentesi tra le elementari e le superiori (prima e dopo le medie infatti si studia solo l’inglese) che, se poi non si sceglie il linguistico, nel tempo  si perde inevitabilmente quello che si era imparato.

Leggi l'articolo di Flavia Fiorentino - scuoladivita.corriere.it