La poesia in esperanto arriva in edicola

Il saggio di Astori sulla rivista mensile della Crocetti editore

 

La rivista mensile "Poesia" della Crocetti Editore ha pubblicato nei numeri di maggio e giugno (quest'ul­timo in questi giorni in edi­cola) un saggio del Prof. Davide Astori, docente di linguistica presso l'Univer­sità di Parma, sulla poesia esperanto cogliendo di sor­presa i cultori italiani della lingua, pensata da Zamen-hof come internazionale, as­suefatti ad esser considera­ti dalla stampa nazionale al massimo con sufficienza (Severgnini-il più generoso-sul Corsera ha definito l'esperanto un hobby deli­zioso come la pesca) e pro­vocando certamente non poco stupore in tanti ben­pensanti disposti a conce­pire l'esperanto come mez­zo per trasmettere informa­zioni ma non certo sentimenti.

 

Lo stesso Umberto Eco, prima che decidesse di sostenere l'esperanto nella sua famosa opera "Alla ricerca della lingua perfetta" si narra abbia detto in classe che l'esperanto non fosse una vera lingua perché non si poteva fare l'amore in esperanto (né quindi scrivere poesie evidentemente) e che un'allieva lo avesse contrad­detto dicendo "Mi dispiace, professore, ma le assicuro che si può. Io l'ho fatto". Nelle due parti dell'articolo "La poesia esperantista" l'Astori traccia per sommi capi, ma in modo chiaro ed esaurien­te, insieme alla produzione po­etica in esperanto anche la sto­ria del movimento esperantista, ponendo in risalto e chiaren­do i motivi e gli ideali che lo hanno ispirato, ma avverten­do anche che "l'Esperanto è

oggi visto più come una lin­gua di uso pratico, atta a crea­re convegni che sono occasio­ni di incontro, di conoscenza di realtà straniere, di contatti personali, e paradossalmente gli Esperantisti mettono in pra­tica, almeno a grandi linee, quegli ideali di fratellanza, internazionalità, rispetto per le minoranze che sono uno dei cuori della loro prima matrice, senza però rendersi appieno conto dello spirito che li sor­regge".

Personalmente, senza togliere alcun merito all'autore, non userei tanto il termine espe­rantista, soprattutto riferito alla poesia, e lascerei da parte le maiuscole.

In tempi di tramonto delle ideo­logie, cause del resto di immani catastrofi si guardano con so­spetto ormai tutti gli ismi e gli isti.

Eccellente la scelta delle poesie che vanno dagli albori della lingua con le composizioni "epiche" di Zamenhof ai giorni nostri con le delicate liriche della Boulton, poetessa inglese. La maggior parte delle poe­sie riportate sono state tra­dotte per la prima volta in ita­liano permettendo così la loro conoscenza ad un più vasto pubblico L'uscita del saggio dell'Astori rappre­senta pertanto un evento culturale del tutto eccezio­nale da più punti di vista, non ultimo quello di costituire un ottimo testo per gli esami di magistero degli insegnanti di esperanto, e se ne dà me­rito oltre che all'autore an­che alla Crocetti Editore e al­l'Associazione Culturale Po­esia che hanno favorito la pubblicazione.

 

Giorgio Bronzetti

 

La Cronaca d’Abruzzo 11 giugno 2006 pag. 19 Cultura