Il mondo parla in "esperanto”

 

Oltre 2000 a Firenze da 61 paesi

Per la maggior palle sono francesi, ma li seguono a ruota i rappresentanti di sessantuno nazioni. Una babele del terzo millennio che trascorre una settimana a Firenze, dal 29 luglio al 5 agosto, senza problemi di lingua. Perché gli oltre duemila delegati di tutto il mondo dialogheranno in Esperanto, durante quello che è il terzo congresso annuale consecutivo degli esperantisti. Sette giorni di spettacoli, lezioni universitarie, passeggiate turistiche nella culla del Rinascimento, liberi da dizionari, interpreti e traduttori.

Porte aperte dunque a 283 francesi, 254 italiani, 179 giapponesi, insieme a tedeschi, polacchi, russi, belgi, brasiliani, spagnoli e lituani. Sono loro ad animare le sale del Palazzo dei congressi e della Fortezza da Basso a Firenze, pronta ad ospitare non solo i numerosi partecipanti, che non smettono di iscriversi al congresso, ma anche i professori e gli studiosi che si alterneranno negli incontri previsti. Ma a Firenze, proprio la città nella quale è nata la lingua italiana, non ci sarà spazio solo per gli interventi accademici: spettacoli teatrali e musicali, dibattiti, escursioni turistiche, ore di libertà da trascorrere tutti

insierne renderanno padroni della città la folla dei partecipanti.

Il terna di questo congresso, che è il 91esimo nella storia e il terzo consecutivo, dopo quelli che si sono svolti a Vilnius nel 2005 e ancor prima a Pechino, nel 2004, è "Lingue, culture ed educazione per uno sviluppo sostenibile". Il convegno è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Ministero degli Affari Esteri.

E proprio il Ministero ha sostenuto la pubblicazione, ovviamente sempre in esperanto, dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e dei Malavoglia di Verga, con una raccolta di saggi del linguista Bruno Migliorini. Oltre a questa verrà pubblicata in esperanto anche una guida di Firenze.

L'esperanto, quindi, come un veicolo di comunicazione anche tra persone che vivono in zone diverse del mondo, unite da una sola lingua. Nel mondo ogni anno vengono scritti in questo idioma 3000 nuovi libri. Non sono solo opere tradotte, ma anche testi realizzati in lingua orginale esperanto. Opere che vengono poi tradotte nelle parlate dei vari Paesi.

A Firenze ci sarà anche la presentazione del nuovo

libro di Spomenka Stimec, "Holder a Mostar". Sulla copertina compare un autoritratto del famoso pittore, rubato durante le guerre balcaniche dal museo di Sarajevo nella speranza di poterlo ritrovare.

Cos'è l'esperanto

L' Esperanto non è una lingua ufficiale in nessun paese del mondo. Fa parte delle delle lingue indoeuropee, ma la sua struttura morfologica la porta ai margini di questo gruppo, awicinandola invece molto di più a lingue come l'ungherese o il giapponese. Coloro che usano l'esperanto sono sparsi in 120 paesi nel mondo, principalmente in Europa e Cina. Si tratta di una lingua ausiliaria internazionale sviluppata tra il 1872 e il 1887 dal medico oculista Ludwik Lejzer Zamenhof a Varsavia. Il suo nome deriva dallo pseudonimo con cui Zamenhof era solito firmarsi: Ooktoro Esperanto, che significa "colui che spera".

Invia ad un amico Stampa       Scrivi al TGCOM