A FIRENZE ERANO OLTRE DUEMILADUECENTO

GLI ESPERANTISTI AL LORO CONGRESSO ANNUALE

 

Dal 29 luglio al 5 agosto scorsi Firenze è stata di nuovo al centro dell’attenzione mondiale, questa volta ospitando il grande congresso annuale degli esperantisti.

Oltre 2.200 i delegati che hanno effettuato l’iscrizione al congresso, in rappresentanza di ogni parte del mondo: sessantuno nazioni, ma una sola lingua che permette loro di discutere, senza bisogno di interpreti, di chiacchierare, di godersi spettacoli teatrali e musicali, una nutrita serie di lezioni universitarie tenute da accademici dei cinque continenti, di riunirsi in piccoli gruppi di interesse (insegnanti, ferrovieri, cattolici, non-vedenti…), ma anche di fare i turisti col tipico naso in su.

Questo è quindi il terzo congresso consecutivo con oltre 2.200 partecipanti, dopo quelli di Pechino (2004) e Vilnius (2005), cosa ancor piú rilevante se si considera che tutti i congressisti aderiscono a titolo personale, sostenendo direttamente le spese, e che molti provengono da paesi tutt’altro che ricchi.

Anche se alcuni dei congressi, nel corso dei 101 anni dal primo del 1905, hanno visto l’adesione di numeri ben maggiori, fino ai 5.946 partecipanti del Congresso di Varsavia nel 1987, in occasione del centenario della pubblicazione della lingua esperanto, sono solo 28 quelli che al momento, oltre un mese dall’inizio del congresso, sono stati piú numerosi.

Il maggior gruppo nazionale è stato quello dei francesi, con 283 congressisti, seguiti dai 254 italiani e da 179 giapponesi, ma numerose anche le rappresentanze di Germania, Polonia, Russia, Belgio, Brasile, Spagna e Lituania.

Una settimana di incontri tra amici che abitano a decine di migliaia di chilometri di distanza, ad ore di fuso orario di differenza, ma anche una settimana che è stata utile per conoscere meglio l’Italia, la sua cultura, i suoi monumenti, i suoi ristoranti, i suoi vini.

E l’Italia ha accolto questi ospiti un po’ speciali con tutta una serie di piccole attenzioni. Il ministero degli Affari esteri ha sostenuto la pubblicazione in esperanto dei “Promessi sposi”, il Comune di Firenze ha pubblicato in esperanto una guida tutta speciale alla città, diversi enti e ditte private hanno contribuito con le cartelle per i congressisti, con l’edizione in esperanto dei “Malavoglia” di Verga, con una raccolta dei principali saggi che il grande linguista Bruno Migliorini ha scritto in esperanto (e in suo onore l’università di Firenze e l’Accademia della Crusca hanno organizzato, nei giorni immediatamente precedenti il Congresso, un importante seminario commemorativo) e con uno spettacolo di sbandieratori… .

Sono oltre 300 i nuovi libri che ogni anno vengono pubblicati, un po’ ovunque nel mondo, nella lingua internazionale: non solo traduzioni, ma anche opere scritte in originale in esperanto, che con sempre maggior frequenza vengono poi tradotti in varie lingue nazionali. Spomenka Štimec (Zagabria), i cui libri sono pubblicati, oltre che in esperanto, in croato, giapponese, francese, cinese, tedesco, presenterà a Firenze il suo nuovo libro “Hodler a Mostar” che riporta sulla copertina un autoritratto del famoso pittore svizzero, trafugato durante le guerre balcaniche dal museo di Sarajevo, nella speranza di aiutare a ritrovarlo.

 

Notiziario Agal n°° 15.029 * 20 agosto 2006 * 15_060820_029