Un popolo senza lingua è un popolo senza voce». È questa la parola d’ordine scelta dalla Gioventura Piemontèisa per convocare la prima manifestazione di protesta davanti al Consiglio regionale e chiedere il riconoscimento del piemontese come lingua ufficiale. «Scendiamo in piazza perché ci sentiamo discriminati rispetto ad altre minoranze linguistiche» spiega Jean Michel Novero, dirigente dell’associazione apartitica.

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