La Comunità Europea penalizza i cittadini non di lingua inglese

Nell´Europa unita viene impo­sta la lingua inglese ed il me­diatore europeo è chiamato ad intervenire contro ogni di­scriminazione linguistica. l´agenzia "Disvastigo", perio­dico on-line di Chieti (www.di­svastigo.it), di cui è direttore editoriale Giorgio Bronzetti, studioso e cultore di Esperan­to, ha diffuso una nota in cui, sulla scia dell´iniziativa del prof. Renato Corsetti, presi­dente dell´Associazione mon­diale di Esperanto, al mediato­re europeo Jacob Soederman, segnala alla stampa quanto sta avvenendo negli organismi europei.

«Questi - dice Giorgio Bron­zetti - riservano sempre più posti a personale di madre lin­gua inglese, mentre ufficial­mente tali posti sono aperti a tutti i cittadini europei. Attual­mente abbiamo un elenco di 400 offerte di lavoro degli ulti­mi mesi da parte di ditte ed organizzazioni europee di Bru­xelles del tutto discriminanti, con un grave attacco al 2° arti­colo della dichiarazione uni­versale dei diritti dell´uomo: "Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente di­chiarazione. senza distinzione alcuna ... di lingua". E' necessa­rio che si intervenga subito».

Molti organismi, finanziati in parte o in tutto dalla Com­missione europea, ricercano personale di "madre lingua in­glese", o originario di lingua inglese, come si legge nella maggior parte degli annunci, a discapito di chi parla france­se, italiano, spagnolo, tedesco, portoghese, greco, svedese. da­nese. ecc., cioé le lingue dei paesi dell´Unione Europea. «Gran parte di enti e ditte che lavorano con la Commissione europea - rileva ancora Gior­gio Bronzetti - richiedono una conoscenza "perfetta" dell´in­glese e poi invitano solo i nati­vi inglesi, senza considerare il livello di conoscenza dei con­correnti non nativi e i sacrifi­ci fatti per apprendere la lin­gua». E spiega che per una buona conoscenza dell´inglese sono necessarie almeno 10.000 ore di studio e pratica, mentre la scuola riesce a dar­ne in Europa una media di 800 - 1.000 soltanto. per cui nessun cittadino europeo, non inglese, potrà mai aspirare a posti di lavoro negli organi­smi di Bruxelles o Strasburgo.

«Dare soluzione a questo problema giuridico riconosciu­to ufficialmente dalla Com­missione europea - a detta di Giorgio Bronzetti e dell´agen­zia "Disvastigo" - è semplice ed equo, senza pericoli di di­scriminazione: basta non pri­vilegiare una lingua etnica so­pra le altre, ma adottare una lingua non etnica come l´espe­ranto. Altrimenti avrebbe ra­gione Claude Piron; psicologo svizzero, collaboratore della nostra agenzia "Disvastigo» che lo definisce: "Un cas éton­nant de masochisme socia­le"(Un caso sorprendente di masochismo sociale)». E con tanti giovani alla ricerca di un lavoro anche europeo (a Chie­ti, in Abruzzo, in Italia) e che non hanno modo di apprende­re l"'inglese perfetto", non si può dare certo torto a chi ha fatto ricorso al mediatore eu­ropeo Soederman per far met­tere fine alla discriminazione.

Il Messaggero 10/6/02