Sul New York Times le storie di imprenditori di successo che hanno costruito il loro impero pur non conoscendo la lingua del Paese in cui hanno fatto fortuna. "Non è un handicap per i nostri affari"

Roma - 10 novembre 2011 - Felix Sanchez, Zhang Yulong e Kim Ki Chol hanno almeno tre cose in comune. Sono imprenditori immigrati negli Usa, hanno costruito dal nulla immense fortune e ci sono riusciti senza conoscere l’inglese.

Le loro storie sono finite qualche giorno fa sul New York Times, spunti di riflessioni importanti mentre si vuole anche per legge che la conoscenza della lingua è un requisito indispensabile per l’integrazione. Una tendenza che va ben oltre i confini americani, basti pensare ai test di italiano già obbligatori per chi vuole prendere la carta di soggiorno e che diventeranno una tappa obbligata per tutti gli immigrati appena entrerà in vigore il permesso di soggiorno a punti.

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