Poche persone sono a conoscenza che a Campitello di Marcaria esiste la sede dell'Istituto italiano dell'Esperanto. Qui è possibile imparare questa lingua singolare e inusuale. La base per l'esperanto fu pubblicata nel 1887 dal dottor Lejzer (Ludovico) Zamenhof, un oculista ebreo di Varsavia. L'idea di una lingua internazionale pianificata, intesa non come rimpiazzo delle lingue etniche bensì come lingua extra, seconda per tutti, non era una novità. Comunque, Zamenhof comprese il fatto cruciale che una lingua per svilupparsi deve essere usata da una collettività. In accordo a ciò l'abbozzo della sua proposta consisteva in una grammatica minima e un vocabolario di 900 parole, alcuni esempi di testi in poesia e in prosa, e un persuasivo saggio intro-duttivo. Su questa duttile base l'esperanto spiccherà il volo diventando una lingua pienamente sviluppata con la sua comunità di parlanti sparsa su tutto il globo. Oggi l'esperanto sta godendo di una rinnovata attenzione da parte degli operatori politici in un mondo post-guerra fredda segnato sempre più da un'attenzione nazionale e internazionale ai diritti delle minoranze linguistiche e delle diversità culturali. Nel luglio 1996 il "Nitobe Symposium of International Organi-zations" ha riunito un gruppo di esperti indipendenti a Praga, Repubblica Ceca, i quali hanno esaminato lo stato attuale dell'esperanto esortando ad includerlo nei dibattiti odierni sui diritti e sulle politiche linguistici. In separata sede, oltre 7000 esperantofoni firmavano il Manifesto di Praga, un moderno documento programmatico in cui si sostiene, tra l'altro, la democrazia linguistica e la salvaguardia del pluralismo linguistico. Ma come s'impara l'esperanto? Poiché la competenza per comunicare in lingua può essere acquisita rapidamente, l'esperanto rappresenta una propedeutica ideale allo studio delle lingue straniere. In pochi mesi gli scolari iniziano ad usare l'esperanto per corrispondenza o in gite scolastiche. Gli effetti positivi dello studio sia della prima che delle lingue seconde sono suggeriti da evidenza a livello sia sperimentale che aneddotico. Nonostante il contributo potenziale al curriculum linguistico, comunque, l'esperanto raramente viene incluso nell'insegnamento nazionale o nelle politiche linguistiche (salvo l'Ungheria, dove può essere studiato come parte del corso di studi della scuola secondaria superiore; in Italia c'è una cattedra di Esperantologia all'Università di Torino). La maggior parte delle persone che imparano, pertanto, lo fanno da autodidatti, per corrispondenza (sia con la posta ordinaria che con quella elettronica) o attraverso i gruppi locali. Libri di testo e materiali per autodidatti esistono in oltre un centinaio di lingue. La sede dell'Istituto è a Campitello in via Montanara Sud al numero 91. Per ulteriori informazioni, inoltre, è possibile scrivere a: