19.09.2003 La Voce di Mantova

A Campitello la sede dell’Istituto di esperanto, lingua internazionale


Poche persone sono a conoscenza che a Campitello di Marcaria esiste la sede dell'Istituto italiano dell'E­speranto. Qui è possibile imparare questa lingua singolare e inusuale. La base per l'esperanto fu pubblicata nel 1887 dal dottor Lejzer (Ludovico) Zamenhof, un oculista ebreo di Varsa­via. L'idea di una lingua internazio­nale pianificata, intesa non come rim­piazzo delle lingue etniche bensì co­me lingua extra, seconda per tutti, non era una novità. Comunque, Zamenhof comprese il fatto cruciale che una lingua per svilupparsi deve esse­re usata da una collettività. In accor­do a ciò l'abbozzo della sua proposta consisteva in una grammatica mini­ma e un vocabolario di 900 parole, alcuni esempi di testi in poesia e in prosa, e un persuasivo saggio intro-duttivo. Su questa duttile base l'espe­ranto spiccherà il volo diventando una lingua pienamente sviluppata con la sua comunità di parlanti sparsa su tutto il globo. Oggi l'esperanto sta godendo di una rinnovata attenzione da parte degli operatori politici in un mondo post-guerra fredda segnato sempre più da un'attenzione naziona­le e internazionale ai diritti delle mi­noranze linguistiche e delle diversità culturali. Nel luglio 1996 il "Nitobe Symposium of International Organi-zations" ha riunito un gruppo di esperti indipendenti a Praga, Repub­blica Ceca, i quali hanno esaminato lo stato attuale dell'esperanto esor­tando ad includerlo nei dibattiti odierni sui diritti e sulle politiche lin­guistici. In separata sede, oltre 7000 esperantofoni firmavano il Manifesto di Praga, un moderno documento programmatico in cui si sostiene, tra l'altro, la democrazia linguistica e la salvaguardia del pluralismo linguisti­co. Ma come s'impara l'esperanto? Poiché la competenza per comunica­re in lingua può essere acquisita rapi­damente, l'esperanto rappresenta una propedeutica ideale allo studio delle lingue straniere. In pochi mesi gli scolari iniziano ad usare l'esperanto per corrispondenza o in gite scolastiche. Gli effetti positivi dello studio sia della prima che delle lingue se­conde sono suggeriti da evidenza a livello sia sperimentale che aneddoti­co. Nonostante il contributo poten­ziale al curriculum linguistico, co­munque, l'esperanto raramente viene incluso nell'insegnamento nazionale o nelle politiche linguistiche (salvo l'Ungheria, dove può essere studiato come parte del corso di studi della scuola secondaria superiore; in Italia c'è una cattedra di Esperantologia al­l'Università di Torino). La maggior parte delle persone che imparano, pertanto, lo fanno da autodidatti, per corrispondenza (sia con la posta ordi­naria che con quella elettronica) o at­traverso i gruppi locali. Libri di testo e materiali per autodidatti esistono in oltre un centinaio di lingue. La sede dell'Istituto è a Campitello in via Montanara Sud al numero 91. Per ul­teriori informazioni, inoltre, è possi­bile scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..