Da quando si è fatta più incisiva la pressione politica svizzero italiana per la salvaguardia della terza lingua in Svizzera, si stanno scoprendo una serie di altarini. L’ultimo in ordine di tempo – dopo i casi di San Gallo e Obwaldo – riguarda la prassi discriminatoria applicata dal Canton Basilea nell’applicazione del dettato dell’Ordinanza federale sul riconoscimento della maturità. Mentre l’articolo 9 cifra 7 dell’ordinanza indica esplicitamente che «nella disciplina fondamentale «seconda lingua nazionale» deve essere offerta una scelta tra almeno due lingue», Basilea città non permette la scelta dell’italiano. Di fronte alla richiesta impellente inoltrata da un liceo cantonale basilese di applicare finalmente l’ordinanza (che data del 1997!) e di annoverare quindi l’italiano fra le materie fondamentali dell’insegnamento liceale, le autorità scolastiche prendono tempo e sono intenzionati a prolungare fino al 2018 la situazione discriminatoria attuale. Si tratta dell’ennesimo rinvio, dopo quello della Conferenza dei rettori liceali di Basilea città che già nel 2001 aveva bloccato una decisione favorevole alla scelta dell’italiano. Sul tema, una decisione formale delle competenti autorità del Cantone dovrebbe cadere il prossimo 17 settembre.

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